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martedì 28 dicembre 2010

Lo stress del lavoro può migliorare la memoria

Secondo alcuni esponenti della comunità scientifica è sbagliato considerare l'esposizione allo stess quotidiano esclusivamente in senso negativo. Una notizia in controtendenza rispetto alle recenti novità sullo stress correlato al lavoro. Lo afferma una ricerca congiunta dell'Università di New York e dell'Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, apparsa in questi giorni sulla rivista scientifica Plos Biology. Sembra che le connessioni neurali e la memoria, specialmente quella visiva e spaziale, siano stimolate positivamente da una qualsiasi situazione stressante per l'organismo. L'effetto: una migliore capacità di ricordare. Dagli esperimenti condotti dal team internazionale su due gruppi di cavie, risulta che i topi da laboratorio ricordino meglio il tragitto verso l'uscita del labirinto se sottoposti a un evento che provoca stress intenso, immediatamente prima o dopo il compito svolto. In questo caso si è trattato di far nuotare le cavie in un secchio d'acqua. I ricercatori, estendendo i risultati agli uomini, ritengono che nei momenti di disagio intenso e di stress sia fisico che psicologico nel contesto del lavoro, ad esempio, si è in grado di ricordare meglio le ultime informazioni acquisite e apprese.

lunedì 27 dicembre 2010

Patologie professionali: è tempo di ricerca

Un recente bando di concorso dell'Inail prevede l'assegnazione di circa tre milioni di euro alle Università e agli Istituti di ricerca italiani che presentano un progetto di studio innovativo sulle malattie professionali riconosciute e sullo sviluppo di tematiche come le malattie neurodegenerative, quelle dovute all'esposizione di onde elettomagnetiche e materiali dannosi e le patologie multifattoriali.
C'è ancora molto da scoprire nel campo delle patologie professionali, soprattutto per quanto riguarda il loro collegamento con l'epidemiologia e la fisiopatologia. Inoltre, il monitoraggio costantemente il fenomeno permetterebbe di prevenire e intervenire in maniera efficacecontro le patologie lavoro correlate. L'incentivo da parte dell'inail, oltre ad essere un'importante fonte di finanziamento alla ricerca, permetterà agli istituti partecipanti di contribuire, con i loro risultati scientifici, alla definizione e al perfezionamento del quadro normativo sul tema. Intanto alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, hanno pubblicato un atlante-guida sulle malattie professionali, che documenta anche quelle introdotte di ricente, circa 1200 ogni anno.

martedì 21 dicembre 2010

Laureati: migrare è la soluzione per chi cerca lavoro

Qual è la soluzione per un giovane laureato che ha progetti e idee per un nuovo business ma non riesce a trovare nel proprio Paese né le condizioni né il modo di coltivare il proprio sogno? Semplice: deve migrare alla ricerca di un'opportunità di lavoro concreta al di fuori del proprio territorio. Nell'ultimo ventennio la fuga di cervelli (brain drain), secondo gli studi dell’Istituto per la Competitività, ha procurato una perdita economica e di competitività (calcolata in base ai brevetti depositati da italiani all'estero) stimabile intorno ai 4 miliardi di euro. In base ad un recente sondaggio di Svimez, ogni anno circa 20 mila laureati si spostano dal Sud al Nord del Paese. Alle migrazioni interne si aggiungono quelle verso l'estero: il 6,7% degli italiani con conoscenze specialistiche espatria. Flusso che viene bilanciato, almeno in termini numerici, da personale di profilo medio basso o poco qualificato proveniente dall'estero, specialmente dalla Romania. Secondo Svimez, i datori di lavoro italiani, in particolare del settore turistico-alberghiero e di quello alimentare, prevedono per il 2011 un incremento del proprio organico: per queste offerte di lavoro e promozione il requisito essenziale è l' haccp per promoter. Certamente, buone opportunità di lavoro che, purtroppo, non rispondono al profilo di competenze di chi migra verso l'estero.

lunedì 20 dicembre 2010

Natale e illuminazioni fai-da-te: attenti al corto circuito

Pericolo d'incendio per un improvviso corto circuito: il rischio è doppio durante le feste di Natale, come confermato dai dati dell' ex Ispesl, che contano ogni anno oltre 4 milioni e mezzo incidenti domestici, molti di questi attribuibili al malfunzionamento dell'impianto elettrico di casa. Infortuni di cui, per fortuna, soltanto lo 0,17% mortali.
Colpa anche di illuminazioni fai-da-te, che si surriscaldano facilmente e di luci spesso acquistate senza una certificazione o marchio di sicurezza. Durante le feste prodotti come luminarie o catene luminose sono spesso attraenti, colorati e dal design particolare ma non altrettanto affidabili. Se la manutenzione di impianti e apparecchiature elettriche nei luoghi di lavoro è parte di una specifica consulenza sicurezza sul lavoro, a casa bastano semplici accorgimenti per circoscrivere il rischio, a patto che l'impianto sia a norma e sia presente l'interruttore salvavita. Infatti, come ha osservato recentemente l'ente Prosiel per la promozione sicurezza elettrica, attraverso uno studio assegnato a Demoskopea, soltanto un terzo degli impianti elettrici costruiti prima degli anni Novanta risultano a norma. Questo significa circa 12 milioni di abitazioni sono a rischio di incendi per corto circuiti elettrici.

venerdì 17 dicembre 2010

Incertezza economica e stress: più fatica per il cuore

Gli italiani sembrano superare a stento la prova sotto sforzo degli ultimi 24 mesi. Infatti, tra budget familiari ridotti, cassaintegrazioni, licenziamenti, disoccupazione e tagli alla spesa pubblica alla voce del welfare, i quotidiani riportano un'altra poco rassicurante news sullo stress lavoro correlato (foto da ilcapoluogo.com). Secondo la Società italiana di Cardiologia, lo stato di stress indotto dalla crisi economica e dalla paura di perdere il posto di lavoro (o peggio ancora di non trovarlo), non ha risparmiato il sistema cardiovascolare di nessuno, giovani inclusi. Per molti, il malessere socio-economico rientra a pieno titolo fra i fattori di rischio per la salute del cuore. Un fattore difficile da gestire. I ricercatori ne sono convinti: dall'indagine Passi dell'Istituto Superiore della Sanità, sono in aumento le patologie a carico del cuore. Negli ultimi dieci mesi, ogni cento italiani, 7 di loro sono rimaste vittime della depressione. Quest'ultima, indirettamente, danneggia le pareti di arterie e cuore. L'incremento di malattie cardiache è confermato anche dal Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Respiratorie della Sapienza. Dallo screening di studenti dell'ultimo anno di scuole superiori, risulta che il 20% di loro presenta anomalie nel tracciato fornito dall'elettrocardiogramma.

giovedì 16 dicembre 2010

Farmaci: consumi e vendite salgono nel 2010

Da gennaio fino a ottobre 2010, gli italiani hanno incrementato il consumo di medicinali sia da banco e sia di quelli fruibili dietro prescrizione del medico di famiglia. Una tendenza che la dice lunga più sull'utilizzo corretto delle medicine e sugli sprechi che sullo stato di salute della popolazione. In media, si parla di circa il 3,4% in più dal 2009 tra confezioni di medicinali venduti e ricette presentate ai farmacisti. Quasi 10 miliardi di euro di spesa totale, spesa maggiormente concentrata al Sud (Calabria in testa). A rivelarlo, l'Istituto Superiore della Sanità attraverso il recente rapporto Osmed. I farmaci prescritti più utilizzati sono quelli contro i disturbi o le patologie cardiovascolari (47% sul totale) e quelli destinati all'apparato gastrointestinale. Salgono anche le vendite di medicinali per la cura delle dermatiti (9,4% in più dal 2009). In forte crescita, le vendite dei farmaci generici nel comparto da banco, conosciuti per il loro principio attivo e le indicazioni terapeutiche equivalenti a quelli del marchio leader. Il loro successo si deve ai prezzi più bassi e all'efficacia confermata da test e analisi di laboratorio prima della commercializzazione. Soltanto il 15,3% dei medicinali rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale appartiene alla categoria dei medicinali generici.

lunedì 13 dicembre 2010

Incidenti mortali sul lavoro: bilancio parziale del settore edile

Arriva un altro bollettino di guerra per chi lavora nell'ambito dell'edilizia: salgono a 135 gli operai che, quest'anno, hanno perso la vita lavorando nei cantieri italiani tra gennaio e novembre. La fonte di questa allarmante notizia è l'Osservatorio sul lavoro di Vega Engineering - Mestre (foto da ecodibergamo.it). Da quanto riportato, circa il 29% sul totale delle morti bianche avviene proprio nel settore delle costruzioni, specialmente al Centro-Sud (57,8%). Secondo gli esperti dell'Osservatorio, la causa principale di morte è la caduta da un'altezza - più o meno elevata -, imputabile alla mancanza di protezioni nelle strutture dei poteggi (es. parapetti) o del rispetto di elementari norme anti-infortunio (imbragature, scarpe). La regione dove accadono più frequentemente incidenti fatali è la Campania, con 18 vittime finora accertate. Lazio e Veneto si ritrovano, rispettivamente, a quota 14 e 12 decessi: un triste primato. Più di un decimo delle vittime sono operai stranieri. Se da un lato la prevenzione e la formazione costituiscono lo strumento per evitare queste stragi silenziose, dall'altro molti sono gli adempimenti del datore di lavoro in materia di sicurezza che vengono raggirati a causa di cattiva informazione e vuoti normativi. Più grave lo scenario dipinto dall'Osservatorio Articolo 21: dall'inizio del 2010 a fine novembre risultano1045 morti sul lavoro in tutti i settori, 580 in più di quelli registrati da Vega Engineering.

lunedì 6 dicembre 2010

Con lo stress, più difficile prendere decisioni

Esiste una stretta relazione fra la presenza di stress nella vita di una persona e il modo in cui un individuo è in grado di prendere decisioni. Nella comunità degli studiosi di neuroscienze, il dibattito si concentra sull'interazione fra indecisione e sintomi dello stress. In particolare, su come questi ultimi vengano amplificati di fronte a una situazione ansiogena, ad esempio valutare più opzioni per effettuare la scelta migliore nel più breve tempo possibile. Situazione che avviene spesso in ambito lavorativo e professionale. Questa volta, la news sullo stress lavoro correlato sta proprio nell'indagine effettuata dell'Istituto Riza di Psicosomatica. Su 865 italiani intervistati, di età compresa fra i 18 e i settant'anni, più del 70% ha risposto di avere difficoltà di decisione quando si trova sotto pressione. Colpiti di più gli uomini (67%) rispetto alle donne (33%). L'incapacità di decidere, se diventa quotidiana, quindi cronica, presenta vari effetti negativi sul fisico come tensione muscolare, cefalea, emicranie, tachicardia, ansia. Quest'ultimi, come "agenti patogeni", agiscono sul sistema limbico e, trasformandosi in paure come in un circolo vizioso, aumentano il livello generale di stress nell'individuo. Di conseguenza, le facoltà di scelta risultano ancora più intaccate. Di fronte all'ennesima decisione, il cervello ricorda la sensazione di malessere vissuta precedentemente e manda segnali negativi all'organismo, come tensione e paura.

mercoledì 1 dicembre 2010

Ripresa del lavoro e dell'economia. Sfiduciati gli italiani

Un'indagine di GPF, un importante istituto di ricerca e consulenza strategica per le industrie italiane e le PMI, afferma che la maggior parte dei lavoratori e degli italiani in generale si rivela in ansia per lo stato di salute del Paese, in particolare sul versante delle dinamiche economiche (foto da america24.com). L'istituto, oltre ad offrire seminari e corsi per le PMI, ha realizzato numerosi studi su altre tematiche, tra i più recenti quello sull'evoluzione dei consumi e il comportamenti degli italiani di fronte al pensionamento e alla previdenza integrativa. Secondo Gpf, l'indice che misura la fiducia delle famiglie italiane nei confronti dell'economia, è fra i più bassi degli ultimi 20 anni, se paragonato a tutte le ricerche precedenti. Data la contrazione del potere d'acquisto, quasi il 40% degli italiani si ritiene destabilizzato. Soltanto il 49% degli intervistati valuta la situazione economica immutata. La sfiducia degli italiani e la più grande consapevolezza della crisi economica globale, sono state ampiamente documentate dai risultati del sondaggio presentati nel corso dell'Italian Axa Forum, una conferenza annuale incentrata sugli scenari economici immediati e futuri della nosta nazione.

giovedì 25 novembre 2010

Giocare in sicurezza: attenti al marchio!

Peluche infiammabili, robot facilmente smontabili con parti ingeribili, macchinine con elementi taglienti, bambole di plastica tossica, altamente dannosa per la salute dei piccoli (foto da ilgiorno.it). Tutti di provenienza cinese con il marchio CE contraffatto, utilizzato in maniera illecita. Quest'anno, con l'avvicinarsi del periodo natalizio, grazie al lavoro della Guardia di Finanza, ci saranno meno rischi e più giocattoli sicuri per i bambini di tutta Italia. Un milione gli articoli sequestati a Roma, 9 milioni i giochi-tarocco ritirati dall'intero mercato italiano per un valore di oltre 50 milioni di euro. Di questi, oltre 4 milioni e seicentomila i pezzi fabbricati senza seguire le elementari norme di sicurezza. Un duro colpo sia per la filiera commerciale illecita, sia per il lavoro nero cinese, specializzato nell'introduzione dei giochi importati nella catena distributiva legale. Un meccanismo gestito principalmente da "imprenditrici" cinesi. Partendo da un controllo contabile di un negozio al dettaglio, la Guardia di Finanza è riuscita a risalire alle aziende importatrici e, successivamente, al maxi sequestro nei principali punti di raccolta prima della vendita al dettaglio.

mercoledì 24 novembre 2010

Mangiare "a scatola chiusa": la denuncia di Greenpeace

I consumatori abituali di tonno in scatola sono avvisati (foto da wikipedia.org). Il monito arriva dalla Spagna e il portavoce del messaggio è Greenpeace: in base ai risultati dei test del DNA sul contenuto del pesce inscatolato, condotto da AZTI Tecnalia, un laboratorio indipendente dall'associazione ambientalista, una confezione di tonno su tre contiene diverse tipologie di tonni non dichiarate sull'etichetta e, nel peggiore dei casi, altre specie marine, come tartarughe, squali balena, altri pesci più o meno commestibili e minacciati nell'ecosistema. Uno studio che dimostra la mancanza sia di una pesca davvero ecostostenibile, sia di un'informazione veritiera per il consumatore. Su circa 165 marchi analizzati di aziende europee, con al vaglio 4 tra i più famosi marchi italiani, risulta che la pratica illegale più diffusa è il mix di tonni rossi del Mediterraneo o pinnegialle del Pacifico con altri di diversa provenienza e, purtroppo, sovrasfruttati. Anche se il processo di lavorazione del tonno in scatola è sottoposto a rigorose indicazioni di igiene e sicurezza, secondo il manuale HACCP, seguendo la denuncia di Greenpeace, qualcosa sembra sfuggire proprio all'inizio della filiera produttiva. La difficoltà sarebbe identificare le diverse specie, dal momento che, una volta catturati, sono congelate in blocco.

lunedì 22 novembre 2010

Oltre a uno stipendio minore, meno tempo libero per le donne

Dai dati di novembre 2010 dell'Istat riferiti allo scorso anno, le donne svolgono in casa il 76% del lavoro domestico, dividendosi fra pulizie, cucina, cure e educazione per i figli. Più di tre quarti delle mansioni totali spettano alle mogli o alle compagne: l'Istat ribadisce il Gender Gap (divario di genere) tra uomo e donna nella suddivisione del carico di lavoro in famiglia, disuguaglianza confermata in qualsiasi zona d'Italia, con un accento al sud. Una giornata, in media fra lavoro retribuito e casalingo, dura 9 ore e 28 minuti per le donne contro le 8 ore e 10 degli uomini. I sintomi dello stress sembrano farsi più evidenti per le prime. A rincarare la dose, anche l'indagine "Rompere il cristallo" condotta a fine ottobre dall'Isfol, l'Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori, che segnala nel nostro Paese la presenza di un forte Gender Pay Gap (divario retributivo di genere). Tra donne e uomini con bassa scolarizzazione, la differenza di salario, calcolato in media oraria, si attesta al 15%, per le persone diplomate si ferma al 10% e, infine, fra donne e uomini con una laurea o altri titoli di studio post laurea, paradossalmente, il gap sale al 13%.

venerdì 19 novembre 2010

Delegare il controllo sul lavoratore. Consentito, in certi casi

Nel caso in cui un datore di lavoro intenda vederci chiaro su una mancanza di beni aziendali o del magazzino, è possibile monitorare sul posto di lavoro i propri dipendenti ingaggiando, ad esempio, personale di un'agenzia investigativa. Agenti che possono operare anche dissimulando il proprio incarico, dal momento che non hanno un potere diretto di vigilanza ma offrono alcuni specifici servizi per le imprese. A stabilirlo, la recente sentenza 23303 della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso di un direttore di supermercato di Messina, licenziato per giusta causa nel 1998. Era stato sorpreso dai "clienti-007" mentre arraffava dagli scaffali merce per l'importo riportato dagli scontrini che aveva riciclato per coprire il furto. Secondo la Cassazione, infatti, gli articolo 2, 3, 4 dello Statuto dei Lavoratori, pur circoscrivendo il raggio d'azione e i mezzi che consentono la difesa degli interessi del datore di lavoro a tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, non sono incompatibili con il suo diritto di verificare la condotta del dipendente in concomitanza a fatti illeciti, reali o presunti, che possono danneggiare l'esistenza stessa dell'azienda. Controlli per uno scopo ben preciso che possono avvenire, indipendentemente, in maniera occulta o dichiarata.

giovedì 18 novembre 2010

Il lavoro nero nega l'assistenza alla famiglia

In occasione della seconda Conferenza Nazionale sulla Famiglia, che si è svolta a metà novembre a Milano, Donneuropee e Federcasalinghe hanno sottolineato l'irrinunciabilità del diritto alla cura e all'assistenza per tutte le famiglie. Secondo le associazioni, lo Stato non può tagliare risorse, al contrario, deve continuare ad impegnarsi nei confronti delle famiglie. Le istituzioni devono garantire sia i fondi, sia l'accessibilità al personale di assistenza, quest'ultimo dotato di una formazione adeguata. Lo Stato deve essere presente per le persone che vivono in condizioni di disagio o che hanno un familiare a carico, disabile o malato. Una riflessione, quella sulla regolarità dei lavoratori nei servizi alla persona e sulla disponibilità delle risorse a sostegno dei nuclei familiari, che ha portato il Presidente di Federcasalinghe a puntare nuovamente il dito contro il problema del lavoro sommerso. Le statistiche dell'Istat parlano di un Italia in balia del lavoro nero, quest'ultimo costituirebbe circa il 17% del Pil, con i suoi 7 miliardi di euro fantasma. Svicolando da imposizioni e tasse, il lavoro sommerso diminuisce il benessere delle famiglie, scaricando su queste l'onere delle cure e dell' assistenza. Un che peso grava moltissimo sul bilancio familiare. E che innesca il circolo vizioso del lavoro nero: le famiglie sono costrette a ricorrere al lavoro irregolare. In due modi: prestandosi ad un secondo lavoro non dichiarato per permettersi le spese o con assunzioni di lavoratori al nero nel settore dei servizi alle persone.

mercoledì 17 novembre 2010

Pesticidi negli alimenti: un rischio sottovalutato in UE

Davanti a una bella tavola imbandita, la maggioranza degli europei preferisce abbandonarsi con spensieratezza al piacere del cibo, consumato con amici e parenti, piuttosto che preoccuparsi della sicurezza alimentare (foto da virgilio.it). Anche questioni come la linea, una dieta bilanciata e le proprietà nutrizionali degli alimenti passano in secondo piano. E' quanto sottolinea un recente sondaggio di Eurobarometro, commissionato dall'Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Per il 63% degli intervistati, l'elemento socializzante e sensoriale sembra avere il sopravvento sulla percezione dei rischi per la salute legati alla possibile presenza di pesticidi, residui chimici, medicinali e ormoni. Una ricerca che dipinge gli europei come consumatori poco attenti, imprudenti e superficiali. Se la freschezza dei cibi, in particolare di frutta e verdura, risulta importante per il 58% del campione, soltanto un intervistato su 10 ha espresso direttamente la propria paura per sostanze inquinanti nascoste. In quest'ultimo caso, il principale spauracchio non è legato alla contaminazione batterica del cibo (23% dei casi) o agli OGM ma all'eventuale presenza di pesticidi nei vegetali (31%), mercurio e diossine (29%) rispettivamente nel pesce e nella carne e di antibiotici. L'Italia, per tradizione, risulta fra i Paesi europei più sensibili e attenti alla salute e alle corrette abitudini a tavola.

martedì 16 novembre 2010

Pendolari: insostenibile lo stress da traffico

Che la sicurezza sulle strade rimanga una problematica collegata all'incolumità di chi si reca a lavorare e, quindi, connessa alla stessa sicurezza nei luoghi di lavoro è fuori questione. Purtroppo, nel corso del 2009, l'Inail ha rilevato un numero maggiore di incidenti in itinere che ha coinvolto lavoratori e lavoratrici pendolari. Dati diffusi a luglio 2010 con una tendenza verso la crescita, ancora da verificare per quest'anno. I responsabili per il settore mobilità di Legambiente, intanto, hanno diffuso in anticipo i risultati di un'indagine più ampia, relativa ai livelli di stress, inquinamento ambientale e acustico nelle principali città italiane. Secondo Legambiente, è soprattutto lo stress provocato dagli spostamenti in auto a creare momenti di microconflittualità per circa il 60% delle persone al volante, specialmente se lavoratori pendolari. Non considerando il tempo per il tragitto da e verso il luogo di lavoro, si calcola circa un'ora persa dai lavoratori bloccati in coda per il traffico. Ecco che scatta l'insulto, accompagnato o meno dal clacson, con l'attaccabrighe di turno e con chi non rispetta le precedenze. Oltre a rimetterci in salute, il nervosismo fa diminuire l'attenzione dei guidatori con un conseguente aumento della probabilità di incidenti. Pericoli imputabili proprio ad uno stato momentaneo di alterazione.

lunedì 15 novembre 2010

Incertezza del lavoro: la famiglia sostiene i giovani?

Aumenta il numero delle famiglie nelle quali tutti i componenti sono senza lavoro rispetto alla totalità dei nuclei familiari italiani: sono un decimo in più rispetto al 2009 (foto da sos-scuola.it). Lo afferma Bankitalia, attraverso una nota sintetica pubblicata sul Sole24ore. Con una news per le imprese e le famiglie italiane: si passa ufficialmente a oltre 2 milioni di disoccupati. I figli rappresentano il 20% della quota di occupati ma la variazione in negativo rispetto ai genitori che hanno perso il lavoro ammonta al 70% contro il 30%. Evidentemente, chi ha un contratto di lavoro stabile è sempre più tutetalo. Fino a quando le famiglie riusciranno a difendere i propri figli dalla crisi del mercato del lavoro? In questo senso i dati della ricerca sono preoccupanti perché nel 2010, si è ridotto del 3% circa il numero delle famiglie con due componenti a lavoro, mentre segna un più 2,2% la percentuale delle famiglie con una persona occupata. Lo studio della Banca d'Italia si è indirizzato anche su vantaggi e svantaggi della protezione dei figli dalle dinamiche occupazionali sfavorevoli. E' una tendenza tipica della società italiana, che da un lato vede la famiglia come un vero e proprio ammortizzatore sociale. Dall'altro lato, secondo Bankitalia, questo modello rallenta ulteriormente il percorso di indipendenza e di partecipazione alla vita economica, sociale e politica dei giovani.

venerdì 12 novembre 2010

Multitasking? Nel lavoro e a casa è prerogativa delle donne

Massimizzare il tempo a disposizione, dividendo la propria attenzione e le capacità cognitive fra due o più compiti diversi (immagine da clipartof.com). Per la maggior parte delle lavoratrici, con una famiglia a carico e le questioni domestiche da gestire, il multitasking è una caratteristica innata e una chance per emergere nel lavoro. Per molte donne, il fatto di essere più abili degli uomini nel portare a termine svariate azioni contemporaneamente, come ad esempio lavorare al computer mentre si conversa al telefono oppure durante la pausa pranzo o uno spostamento sui mezzi urbani, sarebbe una condanna più che un dono. Nello specifico, uno studio della Camera di Commercio di Milano effettuato su duecento imprese lombarde ha stabilito che la giornata di una donna lavoratrice passerebbe da 24 a 27 ore, se non fosse per la capacità del multitasking. Un modello di azione che vede impegnate il 92% delle donne contro l'80% degli uomini intervistati. Se non fosse per l'aumento della flessibilità dell'orario lavorativo (un impresa lombarda ogni tre), servirebbe più di una consulenza sullo stress da lavoro. Infatti, un'azienda su quindici permette anche il lavoro da casa: diventa più semplice occuparsi dei figli e delle faccende di casa senza tralasciare il lavoro.

giovedì 11 novembre 2010

Allergie respiratorie: a scuola più che per strada

L'aria che respirano bambini, ragazzi e insegnanti nelle scuole italiane non è delle migliori, anzi risulta più inquinata di quella presente nelle vicine strade trafficate (immagine da scuolamagazine.it). Dalle ispezioni effettuate dall'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale in 13 diversi edifici scolastici collocati in varie regioni d'Italia, emerge che la presenza di polveri sottili raggiunge gli 80 microgrammi per metro cubo, quando il limite per le aree stradali esterne è fissato a 40 microgrammi. Risultati poco incoraggianti, resi noti a novembre anche da Federasma Onlus e dal Ministero dell'Ambiente. Anche il sondaggio parallelo, condotto su bambini e insegnanti, ha mostrato che il 30% di loro è costretto spesso a rimanere a casa per rinite e asma allergica, quest'ultima fra le allergie professionali più frequenti.
Nell'insieme degli allergeni campionati dall'Ispra è stato rilevato un alto tasso di formaldeide, di circa il 400% in più rispetto a quello presente nell'aria esterna. Oltre alle sostanze volatili inquinanti derivanti da colle, vernici e detergenti, sono state trovate alte percentuali di polline, acari e spore. Con la cattivo ricambio d'aria e con l'aumento delle temperature, le sostanze chimiche tendono a ristagnare. Aumenta così la loro concentrazione.

mercoledì 10 novembre 2010

Troppi decibel sul lavoro. E lo stress sul cuore si fa sentire

Essere esposti a troppi decibel, per almeno otto ore al giorno, induce uno stato di stress psicofisico che, a lungo andare, danneggia gravemente il cuore (immagine da greenreport.it). E' questa la conclusione di uno studio d'oltreoceano, condotto da alcuni ricercatori provenienti da Usa e Canada e diffuso a fine ottobre dalla rivista specializzata British Medical Journal, nell'inserto dedicato alla medicina del lavoro. Indipendentemente dalla fonte rumorosa, che siano suoni provenienti dall'esterno, come il traffico sulle strade, o rumori interni al proprio ambiente di lavoro, come telefoni che squillano costantemente, macchinari in funzione o voci sovrapposte: il risultato a lungo termine più frequente consiste in una patologia a carico dell'apparato cardio-vascolare, come angina pectoris (300% in più rispetto a chi lavora in ambienti insonorizzati), ipertensione e persino infarto. Questo appare dai dati, ricavati dall'analisi di seimila lavoratori americani, con età media di 35-40 anni che si sono sottoposti a controlli medici nel periodo dal 1999 al 2005, nell'ambito del programma "National Health and Nutrition Examination Survey". L'ipersensibilità al rumore si trasforma in stress cronico perché il sistema nervoso libera adrenalina che, nel lungo periodo, provocherebbe un restringimento delle arterie e dei vasi coronarici. L'aumento della pressione e lo sforzo fisico fanno il resto. Per chi lavora, quindi, proteggere l'udito dai rumori intensi e continui rappresenta soltanto la punta di un vero e proprio iceberg.

martedì 9 novembre 2010

Lavoratori sul grande schermo, insieme contro le morti bianche

Ha preso il via a Roma, nella seconda settimana di novembre, la terza edizione della Settimana Internazionale sulla Sicurezza, promossa da Enel, con il contributo organizzativo del comitato tecnico per la Sicurezza di Confindustria, dell' Assessorato al Lavoro del Lazio e la partecipazione dell'Università La Sapienza. L'apertura dell'evento è stata caratterizzata dalla proiezione del film documentario "I casi della vita", presentanto ad agosto al Festival del Cinema di Locarno. Il film, oltre a raccontare la storia dei lavoratori Enel italiani nel Belpaese e all'estero, riporta le testimonianze dei dipendenti che sono stati vittime in prima persona o indirettamente di incidenti sul lavoro. L'imperativo: sensibilizzare tutti i partecipanti all'International Safety Week, perchè di lavoro si può morire ancora. Ridurre il numero, la gravità degli incidenti e le morti bianche, partendo dalla conoscenza del fenomeno. Un esempio d'impegno sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dopo il premio Etica e Impresa 2010, sono poche le aziende italiane che, come il gruppo Enel, si sono dedicate attivamente alla sostenibilità sociale. Secondo gli esperti di Confindustria, le cause principali degli infortuni sono gli appalti al ribasso e una concorrenza sleale, che conducono a tagli sulla salute e la sicurezza di chi lavora.

lunedì 8 novembre 2010

Gli incidenti raddoppiano con i turni di notte

L'Università della British Columbia, in Canada, ha dimostrato che durante le ore di lavoro serali e notturne il tasso di incidenti fra gli operai e i commessi aumenta esponenzialmente rispetto alla stesse mansioni svolte di giorno (foto da risparmiosoldi.it). In particolare, sembra che il rischio di subire un infortunio aumenti di più le lavoratrici che per i colleghi uomini. La notizia è stata riportata in questi giorni dal quotidiano La Stampa, nella sezione dedicata ai temi di salute e benessere. Di sicuro non si tratta di una scoperta rivoluzionaria ma supporta con un approccio scientifico l' idea comune che il lavoro notturno sia certamente meno salubre e più pericoloso di quello diurno, contrariamente alle persone che si ritengono più concentrate e produttive durante le ore di buio. Lo studio canadese ha preso in esame statistiche e serie storiche di oltre 30 mila lavoratori, dati collezionati dalla Statistics Canada Survey of Labour e dalla Income Dynamics. La causa principale è il disturbo del ciclo naturale di riposo e del ritmo sonno-veglia, che induce maggiore stress quotidiano e una successiva sonnolenza improvvisa durante lo svolgimento del lavoro di notte. Sulle donne poi gravano più responsabilità e più impegni famigliari e il tempo di recupero è maggiore per loro. Stanchezza che alimenta gli infortuni sul lavoro.

venerdì 5 novembre 2010

Quando l'offerta di lavoro non incontra la domanda

Una situazione paradossale, quella italiana, che dimostra lo squilibrio esistente fra gli obiettivi di chi cerca lavoro e le esigenze reali delle aziende che lo richiedono. Sono circa 140 mila le piccole-medie imprese nel nostro Paese rimaste a corto di lavoratori specializzati, di artigiani e periti tecnici. Settanta i profili ricercati senza una corrispondenza. Lo svela Confartigianato, con i dati Excelsior-Unioncamere di quest'anno, attraverso una relazione dedicata ai mestieri più ignorati dagli italiani in età lavorativa, specialmente dai più giovani. Aziende (sartorie, falegnamerie, gelaterie, d'installazione impianti, fabbriche tessili) che non vengono prese in considerazione dai candidati. Per evitare di rimanere bloccate per la mancanza di addetti, ricorrono a manodopera estera, non sempre provvista di competenze specifiche e di una formazione sulla sicurezza sul lavoro. Secondo il Ministero del Lavoro, uno dei motivi dietro questo paradosso è la mancanza di cultura verso la formazione professionalizzante e artigianale. Posizione discutibile, visto i tagli prospettati per le scuole ad indirizzo tecnico-scientifico, come gli istituti alberghieri, e la mancanza di laboratori.

giovedì 4 novembre 2010

Sanità: welfare in teoria e in pratica

Da una recente indagine di Assilt-Telecom dal titolo " Rete sociale e sistema della salute nell'Italia delle Regioni: verso un nuovo modello", risulta che per circa l'80% dei partecipanti allo studio la competenza di dottori, del personale medico e paramedico di primo soccorso e pronto intervento sia uno dei punti più saldi del nostro sistema sanitario nazionale rispetto ad altri stati esteri (foto da gazzettadellavoro.com). L'efficienza umana del modello di pronto soccorso subisce, però, un contraccolpo quando nel sondaggio si fa riferimento ai tempi di attesa nelle strutture ospedaliere, specialmente per quelli di diagnosi o analisi - dove la percentuale di soddisfatti si attesta intorno al 40% degli intervistati - e per quelli destinati ai ricoveri nelle strutture pubbliche. Quando si parla di sanità, gli italiani continuano ad intenderla esclusivamente come servizio pubblico, gestito dalle varie regioni. Soltanto un decimo del campione prende in considerazione l'idea di un modello sanitario privato. Il 61% degli intervistati si dice soddisfatta, almeno in teoria, del sistema sanitario. Infatti, secondo il 53% del campione, nella pratica, l'offerta sanitaria in termini di welfare e di risposta ai bisogni sociosanitari di tutti i cittadini risulta poco soddisfacente.

mercoledì 3 novembre 2010

Legambiente e città italiane: uno sguardo all'ecosistema

I principali comuni e capoluoghi di provincia si possono definire, almeno per la maggioranza, eco-sostenibili (foto da twip.org).
La risposta di Legambiente è negativa, soprattutto per le città più popolate. Un dato allarmante. Infatti, secondo la XVII ricerca annuale "Ecosistema urbano" di Legambiente e dell'Istituto di Ricerche Ambiente, pubblicata in collaborazione con il Sole24ore a fine ottobre, sono proprio Roma, Milano, Napoli e Palermo il fanalino di coda della classifica, risultando fra le città più inquinate e meno propense al miglioramento ambientale. Ed è proprio Roma, situata al 75° posto su 130 capoluoghi nella graduatoria finale, a essere il centro urbano con più spreco di corrente elettrica. La capitale scivola anche fra le ultime province a detenere imprese con certificazioni ISO 14001 (1,4 ogni 1000 aziende). Legambiente premia Verbania, al primo posto della classifica finale, seguita da Belluno. Tra i principali indicatori utilizzati per la valutazione ambientale dei capoluoghi: inquinamento dell'aria (percentuali di polveri sottili, ossidi di azoto), utilizzo dei mezzi urbani, produzione e smaltimento dei rifiuti, consumi elettrici per abitante, ricorso a energie rinnovabili, consumi idrici, depurazione delle acque, presenza di aree verdi.

martedì 2 novembre 2010

Consumi: mettere in salvo la filiera dai cibi "tarocchi"

Un presupposto per difendere le tavole degli italiani dai cibi-imitazione è quello di migliorare l'informazione con i consumatori finali sulla provenienza delle materie prime, sulla loro trasformazione in prodotti, mantenendo l'attenzione sulla grande varietà agro-alimentare italiana (foto da greenme.it). La difesa della qualità e della sicurezza alimentare deve avvenire attraverso tutta la filiera produttiva, con controlli severi e normative più rigorose. Questo, infatti, è il messaggio portante, più volte ribadito, nel corso del ciclo di conferenze di fine ottobre tenute in occasione della 65^ Fiera Internazionale del Bovino da latte, evento organizzato da CremonaFiere. Dagli interventi è emerso che il formaggio e i derivati del latte italiano con il marchio DOP rappresentano un caposaldo delle esportazioni ma sono anche tra gli alimenti che vantano più imitazioni sul mercato internazionale. Il 90% dei formaggi venduti negli Stati Uniti è prodotto "tarocco",con un danno di oltre 2 miliardi di dollari. La situazione si ripete, seppure con minore impatto, anche sui mercati europei. Riconoscere il vero prodotto di qualità è un imperativo per difendere la salute dei consumatori e l'occupazione nelle aziende italiane. La battaglia si gioca anche sui futuri riconoscimenti dei prodotti da parte dell'UE, sull'etichettatura sempre più dettagliata e il packaging.

mercoledì 27 ottobre 2010

Un percorso multimediale verso la sicurezza dei lavoratori

Celebrare il lavoro, tra passato e presente, cercando di veicolare ai giovani il messaggio della salute e della sicurezza sui lavoro attraverso un un percorso multimediale e di spettacolo.
E' questo l'obiettivo dell'evento "Lavoro, sicurezza e vita: un viaggio tra storia ed attualità" che sarà organizzato nei maggiori teatri umbri a fine ottobre.
Un'iniziativa unica in Italia, organizzata dalle sezioni territoriali di Inail, Anmil, Confapi e Ebrau. Iniziativa a cui prenderanno parte circa settecento studenti degli ultimi due anni di licei e scuole superiori dell'Umbria, insieme ai principali esponenti istituzionali.
Il percorso multimediale, articolato fra varie performance artistiche e teatrali, testimonianze di lavoratori che hanno subito incidenti, musica e immagini tratte da un documentario-fiction, racconterà proprio l'evoluzione del lavoro in Italia e i progressi verso l'attuale normativa per la sicurezza dei lavoratori. Con questo nuovo approccio di multimedialità, Inail intende risvegliare l'attenzione del giovane pubblico e coinvolgerlo emotivamente sull'importanza della prevenzione dei rischi a lavoro.

martedì 26 ottobre 2010

Italiani più stressati, ma con meno lavoro

Per la prima volta dal 2005, quasi un italiano su due è convinto di un peggioramento del proprio stato psico-fisico e si autodefinisce stressato. Infatti, nel 76% dei casi il malessere generale è dovuto proprio ai sintomi dello stress e all'ansia quotidiana. Risultati che emergono dalle oltre mille interviste di Astraricerche per Philips Index, effettuate su un campione rappresentativo di italiani tra 20 e 70 anni, i quali hanno partecipato allo studio sociologico e di autovalutazione intitolato "Health&Wellness Italian Index 2010". In particolare, risulta che la metà degli intervistati consideri il proprio livello di stress molto significativo. Nell'8% dei casi si arriva a definirlo preoccupante. Allarmanti, infatti, sono i dati sui livelli di stress scaturiti dalle interviste che hanno riguardato le donne di età compresa fra i 18 e 44 anni. La percezione dello stress è collegata principalmente ai problemi di natura sociale ed economica (60% del campione), seguono gli stimoli negativi dall'ambiente esterno o dal mondo ed infine il lavoro. Il test ha evidenziato che gli italiani non hanno considerato lo stress collegandolo all'attività lavorativa ma dal punto di vista della precarietà del mondo del lavoro. Italiani sempre più stressati per la ricerca e il mantenimento di un posto di lavoro e non dal lavoro stesso.

lunedì 25 ottobre 2010

Lavoratori a metà, tra part-time e lavoro nero

Da una recente inchiesta svolta dal quotidiano La Stampa e pubblicata nell'inserto di "Tuttolavoro", risulta che dal 2009 il 20% degli italiani svolge una seconda attività oltre alla propria occupazione ufficiale. Un lavoratore ogni cinque si divide tra due lavori: purtroppo, in base all'indagine che ha comparato il numero ufficiale degli occupati con le posizioni di lavoro registrate, dalla differenza risulta che spesso il secondo lavoro è al nero. Se da un lato, per far fronte alla crisi e alla precarietà di lavoro, si ricorre a un secondo lavoro (per esempio part-time), dall'altro il fenomeno del doppio lavoro irregolare sarebbe innescato in generale da motivi fiscali. Si lavorerebbe di nascosto per due ragioni: per evitare di superare una determinata soglia di reddito o per evitare di incorrere in un taglio dell'accumolo di redditi. Tralasciando il discorso dei danni per la colletività e lo Stato, in queste allarmanti dinamiche tra crisi economica e inflazione chi è costretto a lavorare al nero, perde contributi e corre molti rischi per la propria salute e sicurezza per ottenere in cambio un'entrata sicura. Un reddito "nero", non dichiarato, che permette una vita ai limiti della sopravvivenza.

giovedì 21 ottobre 2010

Asma e dermatiti: il boom fra le malattie professionali

Appaiono in aumento i casi di allergie sul luogo di lavoro. Secondo le recenti stime Inail e quelle della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica (Siaic) , in alcuni settori industriali e in agricoltura più di un terzo delle malattie professionali riconosciute è costituito da malattie respiratorie e dermatologiche, come asma bronchiale e dermatiti da contatto scatenate dall'esposizione a sostanze chimiche o naturali presenti nell'ambiente di lavoro (foto da focus.it). Tuttavia, secondo alcuni esperti del Siaic, in Italia, esiste un problema nel sistema di riconoscimento e di indennizzo che sottostima la presenza di queste tipologie di malattie del lavoro rispetto ad altri Paesi europei. Infatti, in base ai risultati di alcuni studi epidemiologi, esposti durante il congresso Siaic dei primi di ottobre, i medici curanti che si sono trovati di fronte a una manifestazione allergica (respiratoria o cutanea) in molti casi hanno trovato difficoltà a collegare il problema alla professione svolta dal paziente. In base alle statistiche Siaic, in media, tra il 20 e il 25% della popolazione italiana soffre di manifestazioni allergiche, indipendentemente dal lavoro.

mercoledì 20 ottobre 2010

Tra i banchi di scuola per un lavoro sicuro

Se il benessere generale di un Paese è attribuibile al livello di spesa pubblica o di investimenti destinati all' istruzione, salute, sicurezza per i cittadini, l'Italia sembra essere uno Stato in precario equilibrio sul filo della crisi. Esistono alcune eccezioni regionali, che servirebbero da esempio per altre zone italiane: è il caso del Piemonte. L'Assessorato Provinciale dell'istruzione di Torino ha finanziato per quest'anno il progetto "Morti bianche?", che informa e sensibilizza gli alunni di scuole elementari e medie sull'importanza di evitare incidenti a casa, a scuola e, nel futuro, sul posto di lavoro. I programmi didattici sono stati impostati in modo tale da dedicare una parte dell’orario di scuola alla diffusione tra i giovanissimi della cultura della sicurezza e salute sul lavoro e nei luoghi di convivenza. Attività scolastiche curricolari come laboratori teatrali, proiezioni e altri tipi di percorsi artistici interattivi, con la partecipazione dei molti fra gli enti che vigilano per la sicurezza sul lavoro. E' necessario insistere con l’insegnamento della prevenzione nei luoghi di lavoro e inserire la sicurezza dei cittadini come materia curricolare in tutte le scuole d' Italia, con l'aiuto delle Amministrazioni Provinciali.

martedì 19 ottobre 2010

Furto di dati: un problema per aziende e impiegati

In base a quanto riportato da un articolo apparso a metà ottobre sul Sole24ore, la vita di un'azienda, con i suoi posti di lavoro e la relativa competitività sul mercato sono messe in pericolo sempre più frequentemente da una perdita di informazioni. Quest'ultima può avvenire per un mancato back up dei dati, per errori di sistema o il mancato utilizzo di un software di protezione aziendale. Secondo lo studio dell'ente Economist Intelligence Unit per conto di Kroll intitolato "Global Fraud Report", nel 2010 su 761 aziende intervistate a livello mondiale, il 27,3% delle imprese ha dichiarato di aver subito un furto di informazioni elettroniche. Il 19% in più dal 2009. L'intervista ha rivelato che, per la prima volta, la sottrazione di dati confidenziali ha superato quella di furti di beni. Informazioni e news riservate che riguardano l'azienda, se facilmente accessibili dall'interno del luogo di lavoro, possono essere trasferite e finire nelle mani sbagliate. Con danni economici incalcolabili. Il 66% delle aziende italiane intervistate ha affermato di essere preoccupata di un'eventuale perdita di dati, la metà ha ammesso di essere stata vittima di episodi simili.

lunedì 18 ottobre 2010

Alimenti-pirata: i più temuti dagli italiani

Più gravi delle frodi fiscali, più preoccupanti delle truffe finanziarie: le varie alterazioni, sofisticazioni e contraffazioni alimentari realizzate dal pericoloso mercato dell'agromafia spaventano più della metà degli italiani - il 60% per l'esattezza- (foto da virgilio.it). Segno che la sicurezza alimentare sta ancora molto a cuore ai cittadini, così come la possibilità di prevenire, da un lato, i rischi per la salute e, dall'altro, i danni delle frodi contro la commercializzazione e la qualità dei veri alimenti Made in Italy. Questo il risultato fa parte del più ampio sondaggio realizzato da Coldiretti - Swg, nell'ambito del rapporto sulle Agromafie di Eurispes-Coldiretti, presentato a metà ottobre nel corso del X Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione a Cernobbio. Emerge, inoltre, i consumatori non riescono a decifrare dalle etichette la provenienza delle materie prime, spesso importate dall'estero e fuori dall'EU, dove i controlli sulla genuinità e sulla sicurezza sono minori, se non addirittura inesistenti. Materie prime estere che possono essere traformate in prodotti alimentari con il marchio Made in Italy, dal momento che la legge lo permette. Un aspetto positivo esiste: i sequestri di prodotti alterati e contraffatti sono aumentati (40% in più rispetto al 2009), perchè esistorno più controlli sugli alimenti.

martedì 12 ottobre 2010

Assenti dal lavoro per lo stress: emergenza sociale

Qualche mese fa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha affermato che tra circa dieci di anni lo stress e i relativi disagi psicofisici si profileranno come la principale causa di assenze sul lavoro (immagine da pmi.it). Un'emergenza sociale: a confermare questo scenario arriva anche una ricerca condotta dall'Associazione Italiana degli Igienisti Industriali (Aidii), presentata a Roma nel corso della conferenza mondiale IOHA di inizio ottobre. Si stima che nel 2020, infatti, lo stress lavorativo costituirà la prima patologia professionale con i più alti costi sociali e individuali. Per le aziende che dovranno fronteggiare il fenomeno, sta diventando un'esigenza primaria valutare tutte le sfumature dello stress, il legame esclusivo al contesto lavorativo e i diversi sintomi. Sarà inevitabile il ricorso a un test per verificare lo stress a lavoro. Secondo la ricerca di Aidii, il problema sembra scaturire, in generale, dalla cattiva organizzazione del lavoro. Anche la precarietà nel mercato del lavoro gioca un ruolo importante, accanto all'incapacità dei datori di lavoro di offrire per tutti gli impiegati condizioni di lavoro favorevoli, in un contesto sano, sicuro e collaborativo. Tra le nuove forme di stress, lo studio fa emergere la sindrome da burnout, l'alienazione e la frustrazione che colpisce chi riveste professioni mediche o paramediche.

lunedì 11 ottobre 2010

Coldiretti: più cibi biologici sulle tavole italiane

Nei primi sei mesi dell'anno e rispetto al 2009, sale di quasi il 10% in più l'acquisto di alimenti bio da parte delle famiglie italiane (foto da europadeidiritti.it). La maggiore spesa sul biologico, secondo Coldiretti, è un segnale di maggiore consapevolezza dei consumatori data dalla crisi e un'opportunità di ripresa per il settore agroalimentare italiano. Un settore che continua a perdere quote di mercato, colpito duramente dalla catena delle contraffazioni, specialmente estere, e dall'ingiusta perdita di credibilità nonostante le sanzioni alimentari e i costanti controlli.
Secondo i dati Coldiretti - Ismea AcNielsen, diffusi il 3 ottobre scorso durante la Biodomenica organizzata con Legambiente e Aiab con stand nelle più grandi piazze italiane, i consumatori prediligono i cibi di provenienza locale e di certificazione bio per la maggiore sicurezza nella filiera produttiva e di distribuzione. Coldiretti ha affermato che quest'anno l'impatto del bio sulle tavole ha riguardato principalmente i prodotti per l'infanzia (incremento del 31%), pane e derivati (più 19%) e cibi per la prima colazione (più 17 %).

mercoledì 6 ottobre 2010

Via lo stess se la dieta include noci

Molti studi provano scientificamente che un'alimentazione bilanciata sia uno dei mezzi principali per combattere e prevenire i sintomi dello stress da lavoro fisico e mentale. Questa volta una comprovata ricerca del dipartimento di salute comportamentale della Pennsylvania State University (Stati Uniti) ha dimostrato che l'inserimento nella dieta di tutti i giorni di 40 grammi di noci o dell'olio di noci come integratore aiuta effettivamente contro i danni dello stress, soprattutto quelli a carico del cuore e delle arterie. Merito delle proprietà anti-infiammatorie e anti-colesterolo di questi frutti. I benefici degli acidi grassi contenuti nelle noci sull'organismo in condizioni di stress sono stati studiati e illustrati dettagliatamente nel "Journal of the American College of Nutrition" a fine settembre. I risultati derivano da un esperimento condotto su tre gruppi di volontari, formati da 22 individui sani ma con un alto livello di colesterolo LDL nel sangue. Al primo gruppo è stata imposta, per sei settimane, un'alimentazione che includesse nove noci al giorno, al secondo olio di noci oltre alla frutta secca da consumare e al terzo gruppo, quello di controllo, è stato imposto di seguire una dieta senza noci. Anche se sottoposti a situazioni di disagio psicologico e di fatica, i primi due gruppi hanno reagito meglio del terzo, dimostrando un abbassamento del livello di colesterolo e di pressione sanguigna.

mercoledì 29 settembre 2010

Ricerca Confesercenti: italiani ancora sotto l'effetto crisi

Gli italiani rivelano di essere ancora molto preoccupati sulla salute economica, sociale e politica del proprio Paese, specialmente sul fronte delle dinamiche fra lavoro e occupazione (foto da mutuo-prestito.org). Indipendentemente dall'orientamento politico. Gli italiani soffrono sia per lo stress di un'eventuale perdita del posto di lavoro sia per la mancanza di fiducia e la disillusione nei confronti del mondo politico, dei sindacati, degli enti locali e delle banche. E sono in molti a dichiarare che la crisi è ancora tangibile e gli effetti negativi continuano a riflettere sotto gli occhi di tutti, anche se una lieve ripresa è ipotizzabile per il 2011. Più di una semplice percezione negativa personale, una vera e propria consapevolezza di disagio sociale. Questa è una delle conclusioni che ha caratterizzato il quarto rapporto elaborato da Confesercenti e dall'associazione Ispo su "Gli italiani e la crisi" presentato a fine settembre. Più precisamente il 93% del campione intervistato ha dimostrato di essere pessimista sull'andamento economico dell'Italia, il 61% ha ammesso di essere seriamente preoccupato e il 31% addirittura allarmato sui risvolti che ha assunto il mercato del lavoro durante la crisi. Fra i più ottimisti, gli italiani del Centro e del Nord Est che auspicano uno scenario migliore tra un anno.

martedì 28 settembre 2010

Salute e lavoro: intervengono gli esperti di Ioha

Il benessere dei lavoratori conquista nuovamente il dibattito delle associazioni professionali sulla scena internazionale. Infatti, l'International Occupational Hygiene association (Ioha) e Aidii, Associazione Italiana degli Igienisti Industriali, con il contributo e il supporto organizzativo di Inail, danno il via in questi giorni all'ottava edizione di "Salute, Lavoro e Responsabilità sociale. L'igienista occupazionale e l'integrazione tra ambiente, salute e sicurezza". Cinque giornate intense di conferenze, seminari, workshop e interventi dedicati alla prevenzione dei numerosi rischi lavorativi e delle malattie legate alla professione svolta, con l'obiettivo di migliorare la qualità stessa del lavoro attraverso novità tecniche e scoperte scientifiche. Un evento che riunisce, proprio a Roma, giovani e brillanti ricercatori dalle università italiane e estere, insieme ai maggiori esperti sul tema della sicurezza e salute sul lavoro. Tra i più importanti argomenti su cui si focalizzeranno le discussioni e le ricerche scientifiche compaiono la valuzione dei rischi sul lavoro, gli agenti chimici, il rischio biologico, le nanotecnologie, la cooperazione internazionale sull'igiene nell'industria e la valutazione dei costi della mancata sicurezza.

lunedì 27 settembre 2010

Un vademecum per il cuore, contro lo stress a lavoro

Da oggi, su iniziativa della Fondazione italiana per il cuore (Fipc) con la collaborazione dei sindacati, sarà distribuito nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni un opuscolo che illustra le principali regole da seguire per prevenire le patologie cardiocircolatorie, una delle prime cause di mortalità al mondo (foto da miglioriamolanostravita.com). Anche nelle aree aziendali comuni e di maggior passaggio sarà affisso e ben visibile il vademecum illustrato con le corrette abitudini salvacuore. Oltre alla prevenzione, la Fondazione si è impegnata a fornire un supporto scientifico, diventando il promotore per la distribuzione di cibi più salutari. L'opera di sensibilizzazione ha preso il via il 26 settembre durante la Giornata Mondiale per il cuore, che quest'anno si è indirizzata principalmente verso i fattori di rischio per il cuore sul posto di lavoro e allo stretto legame fra lavoro e stress. Infatti sono proprio lo stress lavorativo e le situazioni di tensione, insieme all'alimentazione veloce e ipercalorica, che mettono a dura prova la resistenza dei vasi sanguigni, delle arterie e del cuore stesso. Un supporto collettivo alla prevenzione che passa dal datore di lavoro a vantaggio della salute del singolo lavoratore. Secondo la Fipc fra i lavori più nemici del cuore, quelli che prevedono sforzi intensi e prolungati, quelli che richiedono responsabilità e quelli con poco movimento, che costringono a star seduti per otto ore al giorno.

venerdì 24 settembre 2010

Invio dei dati sanitari telematici. Quanti pro?

I certificati telematici sono una realtà da qualche mese, un'innovazione voluta dal Dipartimento della Funzione Pubblica: un sistema nuovo che permette di inviare i dati dei pazienti (ad esempio assenze dal lavoro per malattia) dai medici di famiglia agli istituti di previdenza. Un passaggio che adesso, per legge, deve avvenire soltanto attraverso dati inviati dal PC.
In molti hanno lamentato un ritardo, per motivi tecnici, di formazione e funzionamento stesso del sistema nell'invio esclusivo dei dati per via telematica. I certificati on line sono un'innovazione che, almeno inizialmente, sembra configurarsi più come un ostacolo burocratico che una semplificazione delle procedure.
Quest'obbligo non è condiviso dai medici competenti, pur essendo contenuto nella norma dell’articolo 40 del Dlgs 81/2008, che regola la medicina del lavoro. La questione è stata discussa anche al I Congresso Nazionale Co.Na.Me.Co., occasione che ha visto riuniti i medici del lavoro italiani a Torino a metà settembre.

Un chip usa e getta cattura le sostanze stupefacenti

Secondo un articolo apparso sul quotidiano britannico DailyMail, tra circa un anno, sarà più facile ed economico effettuare un accertamento sulla tossicodipendenza degli autisti, dei conducenti di mezzi pubblici o di chi svolge un lavoro rischioso per l'incolumità altrui (foto da unira.it). Ciò sarà reso possibile da un innovativo test antidroga usa e getta. Il dispositivo, progettato dalla società inglese Universal Sensors, si chiama Vantix ed è costituito da un microchip che verifica l'assenza di sostanze stupefacenti nell'organismo a partire da una semplice goccia di saliva. Secondo il team di ideatori, il risultato del test è disponibile nel giro di cinque minuti e ha un'affidabilità molto elevata nei confronti di molti tipi di droga. Semplicissimo il funzionamento: le molecole delle sostanze psicotrope presenti nella saliva vengono catturate dagli anticorpi presenti nel microchip. Dalla reazione chimica si origina una piccola scarica elettrica che illumina la spia del dispositivo, rivelando la positività alla droga. Se il nuovo test antidroga entrerà in commercio avrà un enorme impatto sociale, dal momento che potrebbe essere esteso anche nella sfera privata e familiare. Immediati i risvolti pratici per i datori di lavoro, che si troveranno a sostenere minori i costi sia per le visite di accertamento sia per gli esami di laboratorio.

giovedì 23 settembre 2010

Disoccupazione, il dramma degli under 30

L'Istat ha diffuso recentemente i dati sul livello di occupazione del secondo timestre del 2010 e la situazione è apparsa più che allarmante (foto da economiafinanza.net). L'8,5% della popolazione in età lavorativa vive senza un lavoro ed è la percentuale più alta mai raggiunta dal 2003. E si torna ancora più indietro nel tempo se si considera il 28% raggiunto dalla disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni di età), percentuale mai così alta dal 1999. Da una parte il Ministero del Lavoro rassicura sul fatto che i disoccupati italiani siano in numero minore rispetto alla media europea, dall'altra i sindacati polemizzano e indicano come segnale gravissimo il calo dell'occupazione dipendente stabile. Il picco dei senza lavoro si colloca nel Mezzogiorno, dove il 13,4% della popolazione è costretta a rimanere a casa. Le donne costituiscono per il 40% la quota dei discoccupati del Sud. La mancanza di lavoro e stress sociale a cui sono sottoposti i giovani che tentano di trovare un impiego per costruire una vita indipendente e liberarsi dallo stereotipo di "bamboccioni" è enorme. Due milioni e mezzo di invisibili, con i più giovani in avanscoperta.

mercoledì 22 settembre 2010

Ispesl: a scuola di sicurezza, tra polemiche e soppressione

Dai videogiochi educativi sul PC a scuola fino ai libri illustrati e alle animazioni in 3D. Strumenti che divertono i bambini e che hanno anche lo scopo di informarli e educarli. Per gli insegnanti di scuole elementari e medie divulgare tematiche complesse come i pericoli che si incontrano fra le mura domestiche o in altri luoghi frequentati quotidianamente diventa un gioco da ragazzi. Il merito va all'ISPESL che, con l'inizio del nuovo anno scolastico, ha messo a disposizione delle scuole sul proprio sito internet pacchetti ludico-educativi. Infatti, collegandosi è possibile scaricare videogiochi come "Le avventure di Riskio e Sicury" o il libro "La famiglia Stattento". Un approccio innovativo per sensibilizzare passo passo gli alunni sull'importanza di riconoscere i rischi, di evitare gli incidenti e di interagire in ambienti di lavoro sani. Il Decreto 81/2008 prevede finanziamenti per incentivare e inserire nei programmi scolastici attività interdisciplinari dedicate al tema della sicurezza. Purtroppo, almeno da parte dell'ISPESL, questa iniziativa sarà l'ultima. L'ente di ricerca è stato soppresso di recente in seguito ai tagli della spesa pubblica da parte del Ministero delle'Economia. Nonostante parte delle attività dell'ISPESL siano state trasferite e accorpate all'INAIL, il Codacons ha annunciato il ricorso al TAR a metà settembre. Secondo l'associazione è stato violato palesemente un diritto costituzionale, quello della libertà e indipendenza della ricerca.

martedì 21 settembre 2010

Saltano posti di lavoro con il software pirata

Quando si parla di pirateria informatica si pensa il più delle volte a come proteggere la sicurezza dei propri dati da eventuali programmi gratis scaricati da internet, di cui spesso non si è in grado di riconoscere l'autenticità (immagine da multiplayer.it). Questa problematica non è legata soltanto alla sfera domestica e alla pirateria via web. Secondo lo studio della Business Software Alliance (BSA) rappresenta anche uno dei più grandi rischi sul lavoro che le imprese devono affrontare per salvaguardare l'insieme dei dati confidenziali del proprio business, ma non è l'unico rischio. Una questione che va oltre il problema del fatturato dei produttori di software originali e versioni free. E che colpisce la longevità del settore IT e le opportunità di lavoro mancate nello stesso comparto, dati i costi sociali della pirateria. Infatti, secondo l'inchiesta internazionale sui "Benefici economici nella riduzione la pirateria informatica" pubblicata di recente sul Sole24Ore, è emerso che se si riuscisse a ridurre il fenomeno del -10%, in un periodo dai 2 ai 4 anni, si creerebbero addirittura oltre settemila posti di lavoro in più in Italia, con un beneficio economico globale di circa 3,5 miliardi di euro e entrate fiscali di circa 1,2 miliardi. In particolare, le chance di crescita investirebbero i creatori di software, i distributori, i service provider e i rivenditori. Se è facile quantificare i vantaggi nel combattere la pirateria informatica, più difficile è elaborare il modo per sconfiggerla.

lunedì 20 settembre 2010

Stress cronico per le donne. Un alleato dei tumori

Secondo un articolo pubblicato da La Stampa, le donne colpite dallo stress quotidiano sembrano più soggette a sviluppare il tumore al seno rispetto a quelle che conducono uno stile di vita più sereno (foto da blog.donnamoderna.com). Non solo: oltre ad evolversi rapidamente in presenza di stress cronico, il cancro può diffondersi più facilmente attaccando anche altri organi. Un altro effetto collaterale molto grave manifestato dal moderno malessere. Spesso lo stress è più intenso nelle donne a causa del ruolo giocato ogni giorno fra lavoro, casa, famiglia. In quest'ottica diventa importante valutare il rischio stress correlato al lavoro. La spiegazione della sensibilità delle cellule tumorali alle situazioni stressanti viene fornita dagli scienziati americani del Johnson Comprehensive Cancer Center sotto la supervisione dell'Università della California. Dagli esperimenti risulta che il tumore progredisce rapidamente perché le cellule immunitarie vengono "riprogrammate" dallo stress, il quale le converte in alleati delle cellule maligne. E' come se lo stress fosse in grado di comunicare con il tumore aiutandolo a diffondersi in altre parti del corpo, abbattendo prima di tutto le difese del sistema immunitario. L'unico modo per contrastare l'azione dello stress è la prevenzione su più fronti: stile di vita sano e controlli periodici dal proprio medico.

venerdì 17 settembre 2010

Giovani fra il sogno del posto fisso e tanti sacrifici

Il lievissimo accenno alla ripresa e le notizie di licenziamenti spaventano i giovani ma non scoraggiano del tutto il loro ingresso ideale nel mondo del lavoro (foto da ec.europa.eu). Confcommercio ha analizzato questa tendenza in occasione del Forum per i Giovani Imprenditori a Venezia, con l'aiuto di Format ricerche di mercato. Una radiografia sui sogni e sulle rinunce dei ragazzi in tempi di crisi: il 46,2% degli intervistati ha ammesso di volere un impiego fisso, nonostante il mercato del lavoro sia rivolto in tutt'altra direzione. Seguono la possibilità di svolgere un lavoro autonomo (37%) e corrispondente alle proprie aspettative. Reddito e sicurezza sul luogo di lavoro vengono riconosciuti come principali fattori di importanza nel rapporto lavorativo. I giovani sarebbero disposti a sacrificare in primo luogo il proprio tempo libero (35,8% degli intervistati), la propria residenza con traferimenti a tempo indeterminato (35%), la possibilità di matrimonio (29,8%). Tra le richieste più frequenti: più possibilità di lavoro nel proprio Paese e maggiore meritocrazia.

La sicurezza passa dai cibi sulla tavola

Dalle mozzarelle blu alla ricotta rosa, passando ai dolci con uova scadute. Per non parlare di carne dopata, etichette fai-da-te sulle conserve di pomodoro, il tutto con il vino in testa alle contraffazioni (foto da Legambiente.it). Non si arresta, per quest'anno, l'industria del falso alimentare, delle sofisticazioni e delle frodi sui cibi italiani. Così come si rafforza costantemente il sistema della prevenzione e dei controlli sui prodotti tipici del MadeinItaly, che conta più di 700mila controlli e include l'attività mirata di supporto dei Dipartimenti ASL locali. Tantissime le operazioni contro la criminalità organizzata in Italia e contro le importazioni estere di materie prime di scarsa qualità. L'impegno delle Forze dell'Ordine nei confronti della salute a tavola fa ritornare il buon umore e l'appetito. Perché la sicurezza alimentare è un diritto di tutti i cittadini, produttori e consumatori. Questo è quanto emerge da "Italia a tavola 2010", il settimo rapporto di Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino che monitora la stato degli interventi e delle sinergie tra NAS dei Carabinieri, Carabinieri per le politiche Agricole, Corpo Forestale, Guardia di Finanza, Icqrf delle Dogane, Capitanerie di Porto e Servizi di igiene e veterinari ASL. Secondo il rapporto, nel 2009, oltre 40 milioni di kili di cibi alterati, scaduti, contraffatti sonostati tolti dalle nostre tavole. 145 milioni di euro risparmiati dai consumatori per l'acquisto di questi pseudo-cibi, incommensurabile il guadagno di ciascuno per la propria salute.

giovedì 16 settembre 2010

Istat: indagine sul malessere nei rapporti di lavoro

Per la prima volta, l'Istat ha realizzato un'indagine sulla qualità delle relazioni umane nei rapporti di lavoro e sulla percezione delle proprie condizioni lavorative-professionali (foto da sole24ore.it). Una ricerca intitolata, non a caso, "Disagio nelle relazioni lavorative", che costituisce un capito del più ampio studio sulla "Sicurezza dei cittadini 2008-2009". Su un campione di 29 milioni di impiegati, operai e altri professionisti intervistati è scaturito che quasi un decimo (2 milioni e mezzo) ha lamentato un clima teso nel lavoro e di disagio personale. La causa? Azioni vessatorie, di persecuzione o discriminatorie messe a punto con frequenza e protratte nel tempo da colleghi, superiori (80%) e persino sottoposti. A soffrire di più per maltrattamenti sono le donne, le più colpite. Purtroppo l'indagine ha anche svelato che l'86,5% degli uomini e donne vittime degli abusi non hanno mai denunciato il fatto a un medico competente della ASL o proprio curante. Il 49,8% dei lavoratori in disagio ha dichiarato di subire angherie tutti i giorni, più della metà di queste si ripetono per un anno e per il 27% in tre anni. Si tratta principalmente di comportamenti scorretti come, nel 91% dei casi, minacce verbali, critiche immotivate, umiliazioni, scherzi, derisione. Esistono però altri attacchi, non verbali, diretti alla propria posizione lavorativa come demansionamento, privazione di compiti e allontanamento.