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venerdì 19 novembre 2010

Delegare il controllo sul lavoratore. Consentito, in certi casi

Nel caso in cui un datore di lavoro intenda vederci chiaro su una mancanza di beni aziendali o del magazzino, è possibile monitorare sul posto di lavoro i propri dipendenti ingaggiando, ad esempio, personale di un'agenzia investigativa. Agenti che possono operare anche dissimulando il proprio incarico, dal momento che non hanno un potere diretto di vigilanza ma offrono alcuni specifici servizi per le imprese. A stabilirlo, la recente sentenza 23303 della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso di un direttore di supermercato di Messina, licenziato per giusta causa nel 1998. Era stato sorpreso dai "clienti-007" mentre arraffava dagli scaffali merce per l'importo riportato dagli scontrini che aveva riciclato per coprire il furto. Secondo la Cassazione, infatti, gli articolo 2, 3, 4 dello Statuto dei Lavoratori, pur circoscrivendo il raggio d'azione e i mezzi che consentono la difesa degli interessi del datore di lavoro a tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, non sono incompatibili con il suo diritto di verificare la condotta del dipendente in concomitanza a fatti illeciti, reali o presunti, che possono danneggiare l'esistenza stessa dell'azienda. Controlli per uno scopo ben preciso che possono avvenire, indipendentemente, in maniera occulta o dichiarata.

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