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venerdì 30 luglio 2010
Cattiva manutenzione: un grande pericolo per chi lavora
Circa un quinto dei pericoli e dei rischi a cui sono esposti i lavoratori in Europa è attribuibile ad una carenza nella manutenzione sull'attrezzatura, sui macchinari, sugli impanti installati e sugli immobili. Una percentuale che sale esponenzialmente (fino al 50%) nei settori dell'edilizia, dell'industria metal-meccanica e chimica.
Ad affermarlo è l'Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza (EU-OSHA), che ha condotto una ricerca accurata sulla tematica "Cause e circostanze degli infortuni nell'ambiente di lavoro" nel 2008. I risultati dell'analisi sono stati riproposti nel corso della presentazione dell' iniziativa 2010-2011 intitolata "Ambiente di lavoro sano", un'iniziativa a livello europeo. Gli obiettivi della campagna dell'Agenzia: ridurre al massimo i pericoli e promuovere le pratiche di manutenzione preventiva sui luoghi di lavoro, per la salvaguardia della salute e dell' integrità fisica dei lavoratori.
giovedì 29 luglio 2010
Lavoro e sicurezza: un conflitto fra forma e sostanza
Rischio d’incendio, che si fa?
Apparecchiature sovraccariche, impianti difettosi, accumulo di materiali combustibili possono generare in men che non si dica un’emergenza improvvisa. Per non parlare di errori umani, dalla sigaretta in ambiente proibito all’affidarsi a tecnici e addetti alla manutenzione poco professionali. Peggiorano le condizioni se ci si trova in un ambiente non ventilato e controllato male.
Ecco i motivi per cui è necessario per i datori di lavoro, come stabilito per legge, munirsi di attrezzatura e personale antincendio qualificato che sappia affrontare con lucidità la situazione.
In un ambiente invaso dal fumo, col panico che dilaga, l’assenza di piano di evacuazione può portare ad una perdita di controllo dei presenti ed una situazione impossibile da gestire se non sono presenti figure con competenze e formazione idonea.
mercoledì 28 luglio 2010
Precari e irregolari, non si vive di posto fisso
Il posto fisso è il sogno di tutti, ma i più si devono accontare di un’occupazione precaria: sui dati si discute in continuazione ma la percentuale di lavoratori con contratto a progetto o a tempo determinato si aggira intorno al 15% del totale degli occupati nel BelPaese.
Sono precari soprattutto i giovani e i cittadini del mezzogiorno. La panoramica dei lavoratori italiani si arricchisce con l’ampia fetta degli irregolari: circa tre milioni e per lo più stranieri.
Inoltre ammonta a 500.000 la quota di baby-lavoratori al di sotto dei quindici anni sfruttati quotidianamente.
Alla faccia dei diritti basilari e dell’ottimismo, saltellando da uno stage all’altro, arrangiandosi in un cantiere, imprese tessili, nei latifondi, vendendosi a pochi euro per tirare avanti.
Verso una cultura del lavoro senza stress
martedì 27 luglio 2010
Lavorare? No, sopravvivere
A bene vedere, però, sembra che nel BelPaese si trovi più di una difficoltà affinché un sacrosanto diritto possa tramutarsi in realtà.
Sarà per colpa della crisi economica, sarà la globalizzazione, ma la disoccupazione non accenna ad abbassarsi stabile intorno al 8,7% nel primo trimestre 2010, concentrata in maniera drammatica nelle fasce più giovani.
E a peggiorare la situazione il dato sui salari italiani, agli ultimi posti tra quelli dei paesi avanzati, stipendi di gran lunga inferiori alla media dei paesi Ocse e Ue.
Un quadro generale del lavoro in Italia quindi? Dequalificato, mal pagato, precario e spesso esercitato senza le necessarie misure di sicurezza e salvaguardia. Come a dire: buona fortuna!
Ispezioni sempre più mirate contro le irregolarità sul lavoro
lunedì 26 luglio 2010
Morti bianche, Lazio quota tredici a metà anno
Incidenti per lo più concentrati nella zona urbana della città: due uomini sono rimasti schiacciati dai macchinari, un operaio è morto fulminato, uno vittima di un incidente stradale, un lavoratore precipitato, e il caso eclatante del 10 marzo con un operaio morto sul lavoro e lasciato sul marciapiede.
Una lista che fa capire l’importanza dei corsi di formazione e sicurezza nella Capitale, ancora lontana da costituire un modello da imitare.
Ai decessi elencati si aggiungono, in provincia, i drammi di altri due operai: il primo precipitato a Pomezia il 15 marzo, il secondo andato a sbattere contro un palo a Civitavecchia il 3 aprile.
Un incidente mortale anche a Viterbo, dove un uomo è morto schiacciato da un trattore. Addirittura tre i sinistri fatali a Latina e tutti con la stessa causa: una gru ha schiacciato i malcapitati
Individuare lo stress sul lavoro: obbligo rinviato per le aziende
venerdì 23 luglio 2010
Quando rinunciare alla spesa non significa risparmiare
Rischio stress, non basta la fatica
Ma una volta trovato un posto non finiscono i guai, anzi ne cominciano di nuovi. All’incertezza lavorativa si sostituisce il crescente rischio stress, il “mal d’ufficio” che attanaglia sempre più gli impiegati, ma non solo.
È necessario avere le adeguate informazioni sullo stress a lavoro, l’esasperazione nervosa nel proprio impiego è dovuta in primis al contesto: rapporti non proprio idilliaci con i colleghi, ordini impartiti dai superiori, mancanza di una struttura organizzativa di sostegno.
A ciò si devono aggiungere i casi di occupazioni che coincidono con le proprie aspirazioni. Accontentarsi del primo ( e spesso unico ) posto a disposizione diventa un sacrificio obbligato ma la salute ne risente.
Da segnalare, ovviamente, un disagio che cresce a seconda dei ruoli che si rivestono e che dipende dal carattere e la personalità di ognuno.
giovedì 22 luglio 2010
Attenzione, la privacy è sacra
Il rischio grosso per i datori di lavoro è di essere scoperti e incappare in un classico caso di violazione della privacy.
Se da un lato c’è una legittima esigenza di monitoraggio dell’azienda, dall’altro ci sono alcuni diritti fondamentali del singolo che con le recenti disposizioni internazionali, e quindi applicate in ambito nazionale, hanno una tutela maggiore. Un’evoluzione del concetto di riservatezza che è passato dal right to be alone (concetto di libertà negativa) al right to privacy (capacità di negare consenso e autodeterminarsi).
Il datore di lavoro può trattare informazioni personali solo se queste si rivelano strettamente indispensabili ma al tempo stesso deve assicurare idonee misure di sicurezza per proteggerle. Vietata quindi anche la circolazione di questi dati e qualsiasi loro utilizzo illecito.
Lavoro nero in Italia: l'esercito degli sfruttati
Questo l'allarme lanciato dall'Istat a inizio luglio 2010: si stimano 8000 occupati in nero in più nel 2009 (da 10,2% a 10,5%). Un dato significativo se incrociato con l'aumento della disoccupazione giovanile. Sale così a quasi 3 milioni l'esercito degli sfruttati senza diritti, arrivando a contare il 12,2% della forza lavoro totale. Per i lavoratori inseriti in questo meccanismo, alimentato sia dalla concorrenza sleale specie di piccoli imprenditori sia dalla spirale dell'evasione contributiva/fiscale, svaniscono diritti essenziali come le norme contrattuali e sulla sicurezza sul lavoro. Un passo indietro su molti fronti.
Dalle statistiche fornite dall'Istat, si stima un'incidenza delle economie sommerse sul PiL del 17,5%: escludendo fatturati sottodichiarati e costi intermedi sovrastimati, una quota del 6,5% del PiL risulta cannibalizzata dalle assunzioni irregolari. Al primo posto si trovano gli irregolari residenti in Italia (55%), al secondo gli occupati regolari con altre attività in nero (31,6%) seguiti infine dagli stranieri clandestini (13,4%). L'agricoltura è il settore più colpito per la stagionalità, seguito dall'industria. Servono quindi misure innovative per limitare il fenomeno del lavoro nero.
mercoledì 21 luglio 2010
Meno vittime sul lavoro nel 2009: progressi o effetto crisi?
Lavoro nella Capitale.. e la sicurezza?
Di tanto in tanto è inevitabile ascoltare spiacevoli episodi di cronaca. L’ultimo avvenimento in ordine di tempo, è l’incidente di pochi giorni fa a Manziana, paese vicino a Bracciano, dove un uomo è caduto da 8 metri nel corso dei lavori di ristrutturazione di una villetta.
In qualche caso si tratta di fatalità, ma è pur vero che una grossa fetta degli incidenti che accadono a Roma e dintorni ha precise responsabilità che gravano sui datori di lavoro.
Tanti operai continuano nel loro esercizio privi dell’equipaggiamento necessario per la loro incolumità.
Reclamare? A rischio e pericolo di perdere seduta stante il loro posto mentre imprenditori e aziende continuano a far la voce grossa calpestando un dovere/diritto col solo obiettivo di tagliare i costi e aumentare il profitto.
martedì 20 luglio 2010
Più di 4 miliardi di motivi per evitare gli incidenti sul lavoro
lunedì 19 luglio 2010
Sicurezza sul lavoro, formazione e aggiornamento
Un nuovo passo in avanti è stato fatto col Testo Unico, il Decreto Legislativo 81 del 2004. Qualsiasi datore di lavoro è ora obbligato ad attenersi alle norme più recenti in materia al fine di garantire un sereno svolgimento dell’attività lavorativa ai propri dipendenti.
Tuttavia in sfere come quelle della prevenzione, mai come oggi continua ad essere necessario un costante processo di aggiornamento e formazione.
Basti pensare che solo nella prima parte del 2010, sono già state attuate una serie di direttive della comunità europea e decreti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e di quello dello Sviluppo Economico. Tra le nuove disposizioni messe in atto una definizione del trasporto di merci pericolose, erogazione delle risorse per obiettivi di efficienza energetica, ecocompatibilità e sicurezza sul lavoro e immissione sul mercato di prodotti pirotecnici.
In tempi di crisi, lavoratori comunitari e neo UE preferiti agli italiani
Una tendenza che rivela la reazione delle aziende italiane alla crisi: è quanto emerge dallo studio condotto dalla fondazione veneta Leone Moressa Onlus, pubblicato a luglio fra gli approfondimenti del Sole24Ore.
Dall'esame sui dati ISTAT del 2009, risulta che la propensione ad assumere cittadini di recente ingresso nell'UE riguardi maggiormente il settore dei servizi alla persona, della ristorazione, del commercio, dell'edilizia e agricoltura. In sintesi, 147 mila lavoratori stranieri in più rispetto al 2008, di cui 118 mila provenienti da un Paese UE, pari all'80% sul totale e a un più 33% contro il 5% dei lavoratori extra UE dall'anno scorso.
In particolare, il Nord ha assistito ad una consistente modifica della composizione della forza lavoro, registrando la più alta presenza femminile non specializzata, quest'ultima caratteristica in linea con la media nazionale. Nonostante il tasso di disoccupazione straniera sia aumentato, i disequilibri tra domanda e offerta di lavoro hanno incrementato la richiesta di personale dalla Romania, Polonia e Bulgaria.
In genere, i profili professionali ricercati sono di livello medio basso e, tra i contratti di assunzione più diffusi, emergono quelli a termine (45,6%) e part-time. In crescita le forme contrattuali atipiche.
Infine, l'analisi mette in luce la questione degli stranieri irregolari in Italia, dato l'aumento impercettibile di cittadini extraeuropei di sesso maschile come risultato dall'indagine.
venerdì 16 luglio 2010
Lavoro, lo stress è dietro l'angolo
Disoccupazione in aumento: parola di Bankitalia.
giovedì 15 luglio 2010
Stress quotidiano, una costante
Stabilimenti balneari: strutture davvero ricettive e sicure per chi preferisce il mare?
Migliaia i gestori di stabilimenti pronti a offrire i propri servizi stagionali sia balneari, sia di ristorazione e intrattenimento. Nonostante il relax della vacanza, il consumatore dovrebbe rimanere in allerta e esigere il rispetto delle basilari norme igienico sanitarie e di sicurezza da parte dei responsabili delle strutture. Infatti, potrebbero nascondersi insidie dietro la conservazione di alimenti e bevande, dietro il funzionamento di frigo e le condizioni igieniche di bar, sale-ristorante, bagni e cabine.
Potenziali irregolarità potrebbero interessare le norme antincendio, la dotazione di primo soccorso e il ruolo del personale di salvataggio, per non parlare della disposizione di lettini e ombrelloni su aree non adibite.
Quando la responsabilità dei gestori e il rispetto delle normative è limitata, oltre alla denuncia del consumatore informato, servono controlli accurati da parte delle autorità con un costante supporto educativo e di aggiornamento per responsabilizzare chi offre i servizi ricettivi.
mercoledì 14 luglio 2010
Lavoro, l’Italia tra disoccupazione e mancata sicurezza
martedì 13 luglio 2010
Colf e badanti: il 62% irregolare, per il 44% incidenti in casa
venerdì 9 luglio 2010
Italiani? Cicale, altro che formiche!
L’articolo riporta l’ultima indagine ISTAT che disegna una società italiana dedita alle spese piuttosto che al risparmio, si legge testualmente “la propensione al risparmio è scivolata al 13,4 per cento, mostrando una contrazione rispetto al trimestre precedente ed al corrispondente periodo del 2009 e proseguendo il trend negativo avviato nel pieno della crisi.”
Questo nonostante i redditi mostrino ancora un andamento negativo e la sicurezza di un lavoro stabile sia ancora per molti solo una chimera … sembrerebbe un suicidio quasi..o forse solo la voglia di dimenticare, fosse anche per un trimestre, che si è “diffusamente” poveri?
Cala il tasso di investimento delle famiglie e il loro potere di acquisto.