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mercoledì 29 settembre 2010

Ricerca Confesercenti: italiani ancora sotto l'effetto crisi

Gli italiani rivelano di essere ancora molto preoccupati sulla salute economica, sociale e politica del proprio Paese, specialmente sul fronte delle dinamiche fra lavoro e occupazione (foto da mutuo-prestito.org). Indipendentemente dall'orientamento politico. Gli italiani soffrono sia per lo stress di un'eventuale perdita del posto di lavoro sia per la mancanza di fiducia e la disillusione nei confronti del mondo politico, dei sindacati, degli enti locali e delle banche. E sono in molti a dichiarare che la crisi è ancora tangibile e gli effetti negativi continuano a riflettere sotto gli occhi di tutti, anche se una lieve ripresa è ipotizzabile per il 2011. Più di una semplice percezione negativa personale, una vera e propria consapevolezza di disagio sociale. Questa è una delle conclusioni che ha caratterizzato il quarto rapporto elaborato da Confesercenti e dall'associazione Ispo su "Gli italiani e la crisi" presentato a fine settembre. Più precisamente il 93% del campione intervistato ha dimostrato di essere pessimista sull'andamento economico dell'Italia, il 61% ha ammesso di essere seriamente preoccupato e il 31% addirittura allarmato sui risvolti che ha assunto il mercato del lavoro durante la crisi. Fra i più ottimisti, gli italiani del Centro e del Nord Est che auspicano uno scenario migliore tra un anno.

martedì 28 settembre 2010

Salute e lavoro: intervengono gli esperti di Ioha

Il benessere dei lavoratori conquista nuovamente il dibattito delle associazioni professionali sulla scena internazionale. Infatti, l'International Occupational Hygiene association (Ioha) e Aidii, Associazione Italiana degli Igienisti Industriali, con il contributo e il supporto organizzativo di Inail, danno il via in questi giorni all'ottava edizione di "Salute, Lavoro e Responsabilità sociale. L'igienista occupazionale e l'integrazione tra ambiente, salute e sicurezza". Cinque giornate intense di conferenze, seminari, workshop e interventi dedicati alla prevenzione dei numerosi rischi lavorativi e delle malattie legate alla professione svolta, con l'obiettivo di migliorare la qualità stessa del lavoro attraverso novità tecniche e scoperte scientifiche. Un evento che riunisce, proprio a Roma, giovani e brillanti ricercatori dalle università italiane e estere, insieme ai maggiori esperti sul tema della sicurezza e salute sul lavoro. Tra i più importanti argomenti su cui si focalizzeranno le discussioni e le ricerche scientifiche compaiono la valuzione dei rischi sul lavoro, gli agenti chimici, il rischio biologico, le nanotecnologie, la cooperazione internazionale sull'igiene nell'industria e la valutazione dei costi della mancata sicurezza.

lunedì 27 settembre 2010

Un vademecum per il cuore, contro lo stress a lavoro

Da oggi, su iniziativa della Fondazione italiana per il cuore (Fipc) con la collaborazione dei sindacati, sarà distribuito nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni un opuscolo che illustra le principali regole da seguire per prevenire le patologie cardiocircolatorie, una delle prime cause di mortalità al mondo (foto da miglioriamolanostravita.com). Anche nelle aree aziendali comuni e di maggior passaggio sarà affisso e ben visibile il vademecum illustrato con le corrette abitudini salvacuore. Oltre alla prevenzione, la Fondazione si è impegnata a fornire un supporto scientifico, diventando il promotore per la distribuzione di cibi più salutari. L'opera di sensibilizzazione ha preso il via il 26 settembre durante la Giornata Mondiale per il cuore, che quest'anno si è indirizzata principalmente verso i fattori di rischio per il cuore sul posto di lavoro e allo stretto legame fra lavoro e stress. Infatti sono proprio lo stress lavorativo e le situazioni di tensione, insieme all'alimentazione veloce e ipercalorica, che mettono a dura prova la resistenza dei vasi sanguigni, delle arterie e del cuore stesso. Un supporto collettivo alla prevenzione che passa dal datore di lavoro a vantaggio della salute del singolo lavoratore. Secondo la Fipc fra i lavori più nemici del cuore, quelli che prevedono sforzi intensi e prolungati, quelli che richiedono responsabilità e quelli con poco movimento, che costringono a star seduti per otto ore al giorno.

venerdì 24 settembre 2010

Invio dei dati sanitari telematici. Quanti pro?

I certificati telematici sono una realtà da qualche mese, un'innovazione voluta dal Dipartimento della Funzione Pubblica: un sistema nuovo che permette di inviare i dati dei pazienti (ad esempio assenze dal lavoro per malattia) dai medici di famiglia agli istituti di previdenza. Un passaggio che adesso, per legge, deve avvenire soltanto attraverso dati inviati dal PC.
In molti hanno lamentato un ritardo, per motivi tecnici, di formazione e funzionamento stesso del sistema nell'invio esclusivo dei dati per via telematica. I certificati on line sono un'innovazione che, almeno inizialmente, sembra configurarsi più come un ostacolo burocratico che una semplificazione delle procedure.
Quest'obbligo non è condiviso dai medici competenti, pur essendo contenuto nella norma dell’articolo 40 del Dlgs 81/2008, che regola la medicina del lavoro. La questione è stata discussa anche al I Congresso Nazionale Co.Na.Me.Co., occasione che ha visto riuniti i medici del lavoro italiani a Torino a metà settembre.

Un chip usa e getta cattura le sostanze stupefacenti

Secondo un articolo apparso sul quotidiano britannico DailyMail, tra circa un anno, sarà più facile ed economico effettuare un accertamento sulla tossicodipendenza degli autisti, dei conducenti di mezzi pubblici o di chi svolge un lavoro rischioso per l'incolumità altrui (foto da unira.it). Ciò sarà reso possibile da un innovativo test antidroga usa e getta. Il dispositivo, progettato dalla società inglese Universal Sensors, si chiama Vantix ed è costituito da un microchip che verifica l'assenza di sostanze stupefacenti nell'organismo a partire da una semplice goccia di saliva. Secondo il team di ideatori, il risultato del test è disponibile nel giro di cinque minuti e ha un'affidabilità molto elevata nei confronti di molti tipi di droga. Semplicissimo il funzionamento: le molecole delle sostanze psicotrope presenti nella saliva vengono catturate dagli anticorpi presenti nel microchip. Dalla reazione chimica si origina una piccola scarica elettrica che illumina la spia del dispositivo, rivelando la positività alla droga. Se il nuovo test antidroga entrerà in commercio avrà un enorme impatto sociale, dal momento che potrebbe essere esteso anche nella sfera privata e familiare. Immediati i risvolti pratici per i datori di lavoro, che si troveranno a sostenere minori i costi sia per le visite di accertamento sia per gli esami di laboratorio.

giovedì 23 settembre 2010

Disoccupazione, il dramma degli under 30

L'Istat ha diffuso recentemente i dati sul livello di occupazione del secondo timestre del 2010 e la situazione è apparsa più che allarmante (foto da economiafinanza.net). L'8,5% della popolazione in età lavorativa vive senza un lavoro ed è la percentuale più alta mai raggiunta dal 2003. E si torna ancora più indietro nel tempo se si considera il 28% raggiunto dalla disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni di età), percentuale mai così alta dal 1999. Da una parte il Ministero del Lavoro rassicura sul fatto che i disoccupati italiani siano in numero minore rispetto alla media europea, dall'altra i sindacati polemizzano e indicano come segnale gravissimo il calo dell'occupazione dipendente stabile. Il picco dei senza lavoro si colloca nel Mezzogiorno, dove il 13,4% della popolazione è costretta a rimanere a casa. Le donne costituiscono per il 40% la quota dei discoccupati del Sud. La mancanza di lavoro e stress sociale a cui sono sottoposti i giovani che tentano di trovare un impiego per costruire una vita indipendente e liberarsi dallo stereotipo di "bamboccioni" è enorme. Due milioni e mezzo di invisibili, con i più giovani in avanscoperta.

mercoledì 22 settembre 2010

Ispesl: a scuola di sicurezza, tra polemiche e soppressione

Dai videogiochi educativi sul PC a scuola fino ai libri illustrati e alle animazioni in 3D. Strumenti che divertono i bambini e che hanno anche lo scopo di informarli e educarli. Per gli insegnanti di scuole elementari e medie divulgare tematiche complesse come i pericoli che si incontrano fra le mura domestiche o in altri luoghi frequentati quotidianamente diventa un gioco da ragazzi. Il merito va all'ISPESL che, con l'inizio del nuovo anno scolastico, ha messo a disposizione delle scuole sul proprio sito internet pacchetti ludico-educativi. Infatti, collegandosi è possibile scaricare videogiochi come "Le avventure di Riskio e Sicury" o il libro "La famiglia Stattento". Un approccio innovativo per sensibilizzare passo passo gli alunni sull'importanza di riconoscere i rischi, di evitare gli incidenti e di interagire in ambienti di lavoro sani. Il Decreto 81/2008 prevede finanziamenti per incentivare e inserire nei programmi scolastici attività interdisciplinari dedicate al tema della sicurezza. Purtroppo, almeno da parte dell'ISPESL, questa iniziativa sarà l'ultima. L'ente di ricerca è stato soppresso di recente in seguito ai tagli della spesa pubblica da parte del Ministero delle'Economia. Nonostante parte delle attività dell'ISPESL siano state trasferite e accorpate all'INAIL, il Codacons ha annunciato il ricorso al TAR a metà settembre. Secondo l'associazione è stato violato palesemente un diritto costituzionale, quello della libertà e indipendenza della ricerca.

martedì 21 settembre 2010

Saltano posti di lavoro con il software pirata

Quando si parla di pirateria informatica si pensa il più delle volte a come proteggere la sicurezza dei propri dati da eventuali programmi gratis scaricati da internet, di cui spesso non si è in grado di riconoscere l'autenticità (immagine da multiplayer.it). Questa problematica non è legata soltanto alla sfera domestica e alla pirateria via web. Secondo lo studio della Business Software Alliance (BSA) rappresenta anche uno dei più grandi rischi sul lavoro che le imprese devono affrontare per salvaguardare l'insieme dei dati confidenziali del proprio business, ma non è l'unico rischio. Una questione che va oltre il problema del fatturato dei produttori di software originali e versioni free. E che colpisce la longevità del settore IT e le opportunità di lavoro mancate nello stesso comparto, dati i costi sociali della pirateria. Infatti, secondo l'inchiesta internazionale sui "Benefici economici nella riduzione la pirateria informatica" pubblicata di recente sul Sole24Ore, è emerso che se si riuscisse a ridurre il fenomeno del -10%, in un periodo dai 2 ai 4 anni, si creerebbero addirittura oltre settemila posti di lavoro in più in Italia, con un beneficio economico globale di circa 3,5 miliardi di euro e entrate fiscali di circa 1,2 miliardi. In particolare, le chance di crescita investirebbero i creatori di software, i distributori, i service provider e i rivenditori. Se è facile quantificare i vantaggi nel combattere la pirateria informatica, più difficile è elaborare il modo per sconfiggerla.

lunedì 20 settembre 2010

Stress cronico per le donne. Un alleato dei tumori

Secondo un articolo pubblicato da La Stampa, le donne colpite dallo stress quotidiano sembrano più soggette a sviluppare il tumore al seno rispetto a quelle che conducono uno stile di vita più sereno (foto da blog.donnamoderna.com). Non solo: oltre ad evolversi rapidamente in presenza di stress cronico, il cancro può diffondersi più facilmente attaccando anche altri organi. Un altro effetto collaterale molto grave manifestato dal moderno malessere. Spesso lo stress è più intenso nelle donne a causa del ruolo giocato ogni giorno fra lavoro, casa, famiglia. In quest'ottica diventa importante valutare il rischio stress correlato al lavoro. La spiegazione della sensibilità delle cellule tumorali alle situazioni stressanti viene fornita dagli scienziati americani del Johnson Comprehensive Cancer Center sotto la supervisione dell'Università della California. Dagli esperimenti risulta che il tumore progredisce rapidamente perché le cellule immunitarie vengono "riprogrammate" dallo stress, il quale le converte in alleati delle cellule maligne. E' come se lo stress fosse in grado di comunicare con il tumore aiutandolo a diffondersi in altre parti del corpo, abbattendo prima di tutto le difese del sistema immunitario. L'unico modo per contrastare l'azione dello stress è la prevenzione su più fronti: stile di vita sano e controlli periodici dal proprio medico.

venerdì 17 settembre 2010

Giovani fra il sogno del posto fisso e tanti sacrifici

Il lievissimo accenno alla ripresa e le notizie di licenziamenti spaventano i giovani ma non scoraggiano del tutto il loro ingresso ideale nel mondo del lavoro (foto da ec.europa.eu). Confcommercio ha analizzato questa tendenza in occasione del Forum per i Giovani Imprenditori a Venezia, con l'aiuto di Format ricerche di mercato. Una radiografia sui sogni e sulle rinunce dei ragazzi in tempi di crisi: il 46,2% degli intervistati ha ammesso di volere un impiego fisso, nonostante il mercato del lavoro sia rivolto in tutt'altra direzione. Seguono la possibilità di svolgere un lavoro autonomo (37%) e corrispondente alle proprie aspettative. Reddito e sicurezza sul luogo di lavoro vengono riconosciuti come principali fattori di importanza nel rapporto lavorativo. I giovani sarebbero disposti a sacrificare in primo luogo il proprio tempo libero (35,8% degli intervistati), la propria residenza con traferimenti a tempo indeterminato (35%), la possibilità di matrimonio (29,8%). Tra le richieste più frequenti: più possibilità di lavoro nel proprio Paese e maggiore meritocrazia.

La sicurezza passa dai cibi sulla tavola

Dalle mozzarelle blu alla ricotta rosa, passando ai dolci con uova scadute. Per non parlare di carne dopata, etichette fai-da-te sulle conserve di pomodoro, il tutto con il vino in testa alle contraffazioni (foto da Legambiente.it). Non si arresta, per quest'anno, l'industria del falso alimentare, delle sofisticazioni e delle frodi sui cibi italiani. Così come si rafforza costantemente il sistema della prevenzione e dei controlli sui prodotti tipici del MadeinItaly, che conta più di 700mila controlli e include l'attività mirata di supporto dei Dipartimenti ASL locali. Tantissime le operazioni contro la criminalità organizzata in Italia e contro le importazioni estere di materie prime di scarsa qualità. L'impegno delle Forze dell'Ordine nei confronti della salute a tavola fa ritornare il buon umore e l'appetito. Perché la sicurezza alimentare è un diritto di tutti i cittadini, produttori e consumatori. Questo è quanto emerge da "Italia a tavola 2010", il settimo rapporto di Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino che monitora la stato degli interventi e delle sinergie tra NAS dei Carabinieri, Carabinieri per le politiche Agricole, Corpo Forestale, Guardia di Finanza, Icqrf delle Dogane, Capitanerie di Porto e Servizi di igiene e veterinari ASL. Secondo il rapporto, nel 2009, oltre 40 milioni di kili di cibi alterati, scaduti, contraffatti sonostati tolti dalle nostre tavole. 145 milioni di euro risparmiati dai consumatori per l'acquisto di questi pseudo-cibi, incommensurabile il guadagno di ciascuno per la propria salute.

giovedì 16 settembre 2010

Istat: indagine sul malessere nei rapporti di lavoro

Per la prima volta, l'Istat ha realizzato un'indagine sulla qualità delle relazioni umane nei rapporti di lavoro e sulla percezione delle proprie condizioni lavorative-professionali (foto da sole24ore.it). Una ricerca intitolata, non a caso, "Disagio nelle relazioni lavorative", che costituisce un capito del più ampio studio sulla "Sicurezza dei cittadini 2008-2009". Su un campione di 29 milioni di impiegati, operai e altri professionisti intervistati è scaturito che quasi un decimo (2 milioni e mezzo) ha lamentato un clima teso nel lavoro e di disagio personale. La causa? Azioni vessatorie, di persecuzione o discriminatorie messe a punto con frequenza e protratte nel tempo da colleghi, superiori (80%) e persino sottoposti. A soffrire di più per maltrattamenti sono le donne, le più colpite. Purtroppo l'indagine ha anche svelato che l'86,5% degli uomini e donne vittime degli abusi non hanno mai denunciato il fatto a un medico competente della ASL o proprio curante. Il 49,8% dei lavoratori in disagio ha dichiarato di subire angherie tutti i giorni, più della metà di queste si ripetono per un anno e per il 27% in tre anni. Si tratta principalmente di comportamenti scorretti come, nel 91% dei casi, minacce verbali, critiche immotivate, umiliazioni, scherzi, derisione. Esistono però altri attacchi, non verbali, diretti alla propria posizione lavorativa come demansionamento, privazione di compiti e allontanamento.

mercoledì 15 settembre 2010

Se lo stress diventa aritmico

Un articolo apparso sul quotidiano online del Corriere della Sera punta il dito contro lo stress e lo annovera fra le prime cause di fibrillazione atriale, un'aritmia del cuore che se tracurata o non trattata con i giusti farmaci può aumentare il rischio di ictus, scompensi cardiaci e infarti. Le statistiche affermano che questo problema riguarda circa settecentomila persone e la percentuale ogni anno tende a salire di circa centoventimila casi. Di solito colpisce le persone sopra i 55 anni di età, ma più del 10% del totale della popolazione che soffe di questo disturbo è caratterizzata da giovani apparentemente sani e senza sintomi. Sempre secondo l'articolo, gli sportivi o chi a causa del lavoro costringe il proprio fisico ad attività intense risultano fra i principali soggetti a rischio di fibrillazione. I lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria possono correre ai ripari: utile un esame cardiaco preventivo per identificare il pericolo di aritmia ventricolare e la compatibilità fisica del lavoratore con le mansioni richieste. Le palpitazioni di per sé rappresentano il primo sintomo di questo disturbo che, però, può diventare cronico in presenza di una continua esposizione a situazioni stressanti, a cattive abitudini alimentari e agli eccessi dello sport o alla mancanza di movimento.

martedì 14 settembre 2010

Recupero post infortunio: tempi più brevi per le donne

Dal punto di vista medico e biologico, le donne sembrano più reattive degli uomini dopo un incidente. Infatti, il loro corpo guarisce più in fretta dai traumi, lesioni, fratture e altri tipi di shock e ferite (foto da Inail.it). Una scoperta che dimostra come la forza fisica non dipenda soltanto dalla massa muscolare. Oltre a sopportare meglio il dolore fisico, le donne hanno dalla loro parte una maggiore resistenza e capacità di rigenerazione cellulare. In base a quanto sostenuto da una ricerca americana eseguita dal A&M Health Science Center (Texas), le donne rispondono meglio e più velocemente grazie all'intervento degli ormoni femminili, gli estrogeni. Più precisamente, la reazione scatta prima perchè le cellule del corpo, dotate di recettori per gli estrogeni, riconoscono e inglobano l'ormone, prodotto in quantità superiore nelle donne. Una buona notizia, se escludiamo le varie conseguenze psicologiche di un infortunio, specialmente se è avvenuto nel luogo di lavoro, e le implicazioni sociali, che vedono le donne molto più penalizzate dei loro colleghi maschi. Una scoperta che sembra una piccola consolazione se confrontata con i dati Inail del 2009 sulle malattie, i rischi sul lavoro e gli incidenti femminili, questi ultimi più frequenti paragonati all'andamento infortunistico maschile.

lunedì 13 settembre 2010

Ancora morti sul lavoro. Oltre la fatalità

Ormai, quasi ogni giorno i decessi sul luogo di lavoro alimentano la cronaca nazionale. Incidenti e morti: un dato di fatto, vite in meno che diventano delle cifre in negativo nelle statistiche annuali. Accade ciclicamente, senza che la società possa mai imparare davvero dalle morti bianche, dagli errori commessi e dall'accertamento delle responsabilità. A volte i lavoratori muoiono per fatalità o per rischi imprevedibili. Molto più spesso, invece, si tratta di gravi negligenze nell'implementare le regole sulla sicurezza o di carenze nel sistema dei controlli. Secondo l'opinione di alcuni sindacati (Filca Cisl), la voce sicurezza è la prima a essere ridotta nei momenti di crisi economica o in casi specifici, come nel sistema dei massimi ribassi nelle gare di appalto. E i rischi sul lavoro, quelli prevedibili, diventano la più grande minaccia.
Qualche giorno fa in Campania, a Capua, tre operai sono morti per asfissia da un mix di elio e azoto nelle cisterne di un'azienda olandese, mentre ultimavano un lavoro di manutenzione. Un'altra tragedia, l'ennesima dimostrazione che senza sicurezza sul lavoro si muore.

venerdì 10 settembre 2010

Consumi: pizza e cappuccino resistono alla crisi

Da un'indagine di Confesercenti relativa al primo semestre 2010 sui consumi degli italiani negli esercizi pubblici risulta che fuori casa si faccia molta attenzione al risparmio per il pranzo al ristorante (26% dei casi) o all'aperitivo al bar (15%) (foto da wayitalia.net). Più difficile è, invece, rinunciare alla pizza o al rito della colazione con caffè, cappuccino e briosche. La tendenza al risparmio è accompagnata da un atteggiamento più selettivo, esigente e non fidelizzato del consumatore: gli italiani acquistano e consumano alimenti con molta più attenzione rispetto a qualche anno fa, controllando le etichette, la provenienza di cibi o bevande, osservando contemporaneamente la qualità del servizio offerto insieme all'igiene nei bar e nei ristoranti in cui decidono di entrare. Una maggiore consapevolezza come arma anti-crisi e salvatasche.
Sul fronte delle pause al bar, nel mese di giugno, la metà delle persone intervistate ha dichiarato di frequentare questo tipo di esercizio assiduamente, mentre un quinto del campione lo ha ritenuto una spesa superflua. In netto calo anche le spese per la ristorazione, in particolare al Centro Nord: quasi il 27% degli intervistati ha ammesso di aver cancellato questa voce dai consumi famigliari .

Contro l'assenteismo, un detergente per le mani

Per contenere le assenze dal lavoro causate da malattie infettive è sufficiente lavarsi accuratamente le mani più volte al giorno (foto da lastampa.it). Se l'azione è completata da un disinfettante a base di alcol, la minaccia di virus e batteri si riduce esponenzialmente. Un gesto individuale semplice, a vantaggio della salute di tutti i lavoratori, che favorisce ambienti di lavoro sani, a beneficio anche della produttività di aziende e amministrazioni pubbliche. Come ha dimostrato, di recente, lo studio di un'università in Germania apparso sulla rivista specializzata BMC Infectious Disease. I ricercatori tedeschi hanno esaminato, per la prima volta al mondo, l'impatto che ha avuto l'installazione di apparecchi per igienizzare le mani sull'assenteismo negli uffici statali durante il pericolo della pandemia influenzale suina. Il test è stato condotto su circa 130 volontari, divisi in due gruppi. Il primo con il compito di usare il disinfettante almeno 5 volte nel corso della giornata lavorativa, il secondo con l'obbligo di proseguire nelle normali abitudini igieniche. I risultati scientifici hanno dato confermato l'ipotesi: rafforzare le pratiche igieniche aiuta a ridurre i costi associati alle assenze per malattie.

giovedì 9 settembre 2010

Tastiera e mouse in ufficio. Allarme batteri

Dopo i cellulari, i più grandi veicoli di batteri e organismi patogeni sono le postazioni pc negli uffici (foto da saperlo.it). L'avvertimento arriva anche in questo caso da uno studio condotto in Gran Bretagna a giugno, dagli esperti autorevoli del Royal Society Chemistry.
Si tratta di un problema collegato sia alla scarsa igiene delle mani e degli oggetti sul luogo di lavoro, sia ad alcune abitudini consolidate ma molto scorrette come pranzare sulla scrivania durante la pausa. Un mix di batteri e sporco, lontano dall'essere innocuo. Infatti, tra i tasti del pc aziendale e del mouse si nascondono e proliferano in colonie, proprio grazie a frammenti di sporco e cibo, vari tipi di batteri. Il più delle volte, si moltiplicano oltre il livello di sicurezza.
Un potenziale rischio biologico per gli impiegati, che potrebbero contrarre gravi infezioni a livello gastro-intestinale. Secondo un altro studio inglese del 2008, le tastiere mai pulite o pulite una volta al mese sono in grado di ospitare 150 volte oltre il livello di guardia batteri come Escherichia Coli, stafilococchi responsabili di varie forme di enterocoliti e pneumococchi che causano infezioni respiratorie.

mercoledì 8 settembre 2010

Fare gli straordinari: lo stress che va dritto al cuore

L'extra lavoro, oltre le 40 ore settimanali, si paga in termini di stress, problemi cardiocircolatori e aspettative di vita ridotte (foto da fiscooggi.it). Se a fare gli straordinari, poi, sono gli uomini, in particolare impiegati, dai 40 ai 60 anni d'età, il rischio di infarto dovuto a stress da lavoro è doppio rispetto ai colleghi più giovani e alle donne in carriera. Dunque, pare proprio che esista una correlazione positiva fra carico di lavoro e mortalità causata da danni al cuore: lo afferma uno studio del Centro Nazionale di Ricerca sull'Ambiente di Lavoro di Copenaghen, documentato di recente sulla rivista medica Heart. Secondo i ricercatori danesi, su un campione di studio composto da 4943 uomini, la soglia oltre la quale, in media, si manifestano i disturbi più gravi e perfino la morte per ischemia (12%) è quella oltre le 45 ore di lavoro. La ricerca è stata realizzata sia attraverso un questionario rivolto ai partecipanti per constatare le abitudini di lavoro, sia attraverso il monitoraggio dell'indice di massa corporea e del consumo di ossigeno. Per arrivare alla conclusione, gli indici sono stati successivamente corretti in base ad altri paramentri come l'età, la pressione sanguigna, la classe sociale, il tipo di lavoro, consumo di alcool, l'abitudine al fumo e il diabete. L'unico fattore che limita i danni dello stress e che può scongiurare i peggiori scenari per la salute dei lavoratori è la buona forma fisica ottenuta con l'attività sportiva. Consiglio che gli studiosi danno ormai da anni.

martedì 7 settembre 2010

L'istruzione in Italia: un disastro secondo l'OCSE

Ad infiammare di nuovo il dibattito sulle condizioni generali in cui si ritrova la scuola italiana arrivano le statistiche del rapporto OCSE "Education at a glance 2010" (foto da repubblica.it). I dati vengono diffusi proprio all'inizio del nuovo anno scolastico, nel momento clou della Riforma voluta dal Ministro Gelmini, mentre gli insegnati precari continuano a manifestare con lo sciopero della fame i loro dissensi contro tagli e "razionalizzazioni". Un quadro allarmante, se non si interviene nella giusta direzione. Secondo l'Ocse, l'Italia non si impegna nella spesa per l'istruzione: si investe male e poco. Soltanto il 4,5% del Pil è destinato alle scuole di tutti i cicli, quando la media dei Paesi Ocse industrializzati ammonta al 5,7%. All'anno per ogni studente vengono corrisposti dallo Stato 7950 dollari (media Ocse 8250), concentrati sulle scuole primarie e secondarie a svantaggio dell'Università. Un decimo della spesa pubblica italiana è rivolto alle istituzioni scolastiche, di questa porzione l'80% è investito per il personale docente e non docente, a scapito delle strutture, spesso fatiscenti e di dubbia sicurezza per studenti e insegnanti. Paradossalmente, maestri e professori sono retribuiti molto meno dei loro colleghi in altri Paesi, fino al 20% in meno al culmine della carriera. Gli alunni fino a 14 anni restano in classe più della media (8200 ore contro 6777): il rapporto, però, non fa riferimento alla qualità dell'insegnamento. Infine, poca l'apertura verso gli scambi con le scuole estere.

lunedì 6 settembre 2010

Rischi lavorativi: uomini e donne a confronto

Nello stesso ambiente di lavoro, pur coprendo lo stesso ruolo, uomini e donne sono sottoposti a diversi tipi di rischio per la propria salute e la sicurezza (immagine da blogscienze.com). Una questione ovvia soltanto in apparenza e complicata dal fatto che parità di diritti e doveri non significa omologazione uomo-donna.
Servono infatti dei parametri che tengano conto delle differenze di genere, fra lavoratori e lavoratrici, per la valutazione dei rischi sul lavoro: è questo il punto centrale dell' accordo triennale firmato a settembre da Inail e Regione Toscana.
Fra gli obiettivi del protocollo: direttive specifiche per la prevenzione delle situazioni che potrebbero causare incidenti, formazione integrata per i Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza (RLS).
Oltre all'adeguamento delle procedure di sicurezza nell'ottica delle diversità uomo-donna, è previsto uno sforzo specifico per l'adattamento delle postazioni, delle attrezzature e dell'organizzazione dell' attività lavorativa.
Un progetto che potrebbe essere preso come modello di base dalle altre regioni italiane.

venerdì 3 settembre 2010

Stress? La risposta dipende anche dai geni

Di fronte a una scadenza di lavoro, anticipata improvvisamente di qualche giorno dal proprio capo, c'è chi rimane con i nervi saldi nonostante lo stress altissimo e c'è chi invece perde la pazienza e si lascia sopraffare totalmente dallo stress da lavoro, reagendo con nervosismo o angoscia.
La risposta individuale ad una situazione stressante dipende dal corredo genetico personale e non si tratta di una semplice scelta dettata dalla tensione del momento. E' questa la conclusione di un gruppo di studiosi olandesi, presentata a luglio durante un congresso europeo di Neuroscienze ad Amsterdam. Sottoponendo un campione di persone ad una scansione del cervello durante un esperimento di stress, si sono accorti che negli individui incapaci di gestire lo stress, la zona del cervello che si occupa delle emozioni (l'amigdala) è più attiva rispetto a chi mantiene lo stress sotto controllo. Questa iper attività dell'amigdala è dovuta ad un gene ereditato dalla propria famiglia, un gene che diventa attivo proprio in presenza di stress. Il gene si è però modificato con l'evoluzione e con l'ereditarietà e ha condotto ad una risposta diversa per altri individui, dove la corteccia del cervello ha la meglio sull'amigdala. Una scoperta scientifica davvero interessante.

Un capello per misurare lo stress

L’ultima scoperta in fatto di valutazione rischio stress viene , come spesso accade, da un gruppo di ricercatori d’oltreoceano, che, analizzando i capelli dei pazienti ricoverati in ospedale per malattie cardiovascolari, hanno scoperto una interessante coincidenza.

Lo studio, compiuto ad opera dell’Università di Ontario, e pubblicato dalla rivista Stress, afferma che esiste una sostanza che può trovarsi nei capelli e che risulta essere un ottimo indicatore del livello di stress del soggetto in esame, a tal punto che una quantità eccessiva di questa sostanza può essere considerato come un campanello d’allarme per infarti o problemi affini, che sempre più spesso sono causati da eccessivo stress da lavoro.

La sostanza in questione è il cortisolo, un ormone associato, appunto, allo stress. I ricercatori hanno basato i loro studi sull'analisi delle quantità di cortisolo presenti in una determinata lunghezza del capello. Cosi facendo, analizzando il rapporto tra centimetri di capello e quantità di ormone in esso presente, almeno secondo quanto affermano gli studiosi, è possibile predire un attacco cardiaco e correre ai ripari per tempo.

L'imprenditoria rosa, al top nel settore primario

In Italia, quasi un terzo delle imprese agricole è capeggiata da imprenditrici (immagine da coldiretti.it). Secondo l'Istat, in alcune regioni, come la Liguria e la Valle d'Aosta, la presenza femminile nell'imprenditoria sfiora quasi il 50%. Il settore primario risulta trainato dalle donne, tenuto conto anche del ruolo rivestito dalle lavoratrici stagionali e dalle mogli dei titolari di aziende agricole medio-piccole. Donne che spesso affiancano i propri compagni nella conduzione familiare dell'impresa e che non sempre dispongono di un riconoscimento contributivo e di assicurazione. Sulla base dei contratti ufficiali, le agricoltrici costituiscono il 39% sul totale degli addetti ai lavori nei campi. A settembre, l' Onlilfa, l'Osservatorio nazionale per l'Imprenditoria e il Lavoro Femminile in Agricoltura ha condotto un indagine con l'obiettivo di sondare il livello di sicurezza e di salute per le lavoratrici in campagna. Uno dei risultati prodotti è che sono in espansione le malattie prodotte dall'uso di alcune sostanze chimiche nei campi, specie forme tumorali e danni all'apparato riproduttivo. Inoltre, le donne, a parità di impegno e efficienza, sono più colpite degli uomini da dolori articolari e da danni muscolo-scheletrici causati dal sollevamento e dallo spostamento di pesi come macchinari e attrezzi.

giovedì 2 settembre 2010

Quali prospettive di lavoro per i neo-laureati?

Sembra che entro la fine del 2010, i giovani che avranno conseguito un diploma o una laurea nel corso dell'anno, verranno assorbiti più facilmente dal mercato del lavoro (foto da lombardia-pmi.it). Più della metà delle nuove assunzioni previste sarà destinata ai ragazzi appena usciti da scuole superiori o atenei, senza esperienza o alle prime armi. 20000 futuri contratti a tempo determinato, rivolti principalmente a neo diplomati (57% circa). Questa tendenza è stata catturata da un'indagine svolta a fine luglio dal sistema informativo Excelsior, sotto la supervisione del Ministero del Lavoro e Unioncamere. Una tendenza parzialmente positiva, ridimensionata dal fatto che l'occupazione segna -1,5% a metà anno. Le assunzioni programmate interesseranno di più i neolaureati in ingegneria, nel settore chimico farmaceutico e sanitario. Le aziende nel campione osservato sembrano prediligire il fattore formazione associato alla giovane età, non tanto l'esperienza sul campo. Sapremo con il senno di poi se questa preferenza, insieme alle prospettive occupazionali per i giovani, sia o meno rappresentativa del mondo del lavoro dipendente, sempre più volatile e instabile.

mercoledì 1 settembre 2010

Candidati e neoassunti: attenti al social network!

Avere un profilo pubblico e accessibile sui social network (come Facebook, Hi5, MySpace) può rivelarsi una fonte di guai e di discriminazione per chi è in cerca di lavoro e per chi ha già un impiego in azienda (immagine da univercity.it). Un potenziale attentato alla privacy e alla propria reputazione lavorativa. Secondo un articolo del Sole24ore, a fine agosto, in Germania è stata introdotta una proposta di legge per proteggere gli utenti-lavoratori: vietare alle aziende di consultare i social network sia per la ricerca di informazioni private, utili per valutare o escludere i possibili candidati, sia per ottenere altri dati sensibili con il fine di impugnarli durante le cause di licenziamento dei propri dipendenti. Un disegno di legge senza precedenti in Europa e in Italia. Se un tempo le aziende erano costrette a oscurare i siti e impedirne l'accesso ai propri impiegati in cerca di svago, oggi diventano le loro migliori alleate. Sfruttando le reti sociali in due modi principalmente: pubblicizzando gratuitamente il proprio sito internet, insieme a prodotti e servizi e carpendo informazioni essenziali per le ricerche di mercato e per "ottimizzare" il processo di selezione del personale. Secondo una ricerca di Careerbuilder dell'anno scorso, negli USA, quasi la metà dei datori di lavoro si è documentata su internet per capire il tipo di candidato che aveva di fronte. Attenzione, quindi, alle condivisioni, foto pubblicate, ai commenti, fatti o ricevuti e ai post in bacheca.