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lunedì 13 settembre 2010

Ancora morti sul lavoro. Oltre la fatalità

Ormai, quasi ogni giorno i decessi sul luogo di lavoro alimentano la cronaca nazionale. Incidenti e morti: un dato di fatto, vite in meno che diventano delle cifre in negativo nelle statistiche annuali. Accade ciclicamente, senza che la società possa mai imparare davvero dalle morti bianche, dagli errori commessi e dall'accertamento delle responsabilità. A volte i lavoratori muoiono per fatalità o per rischi imprevedibili. Molto più spesso, invece, si tratta di gravi negligenze nell'implementare le regole sulla sicurezza o di carenze nel sistema dei controlli. Secondo l'opinione di alcuni sindacati (Filca Cisl), la voce sicurezza è la prima a essere ridotta nei momenti di crisi economica o in casi specifici, come nel sistema dei massimi ribassi nelle gare di appalto. E i rischi sul lavoro, quelli prevedibili, diventano la più grande minaccia.
Qualche giorno fa in Campania, a Capua, tre operai sono morti per asfissia da un mix di elio e azoto nelle cisterne di un'azienda olandese, mentre ultimavano un lavoro di manutenzione. Un'altra tragedia, l'ennesima dimostrazione che senza sicurezza sul lavoro si muore.

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