Cerca nel blog

giovedì 25 novembre 2010

Giocare in sicurezza: attenti al marchio!

Peluche infiammabili, robot facilmente smontabili con parti ingeribili, macchinine con elementi taglienti, bambole di plastica tossica, altamente dannosa per la salute dei piccoli (foto da ilgiorno.it). Tutti di provenienza cinese con il marchio CE contraffatto, utilizzato in maniera illecita. Quest'anno, con l'avvicinarsi del periodo natalizio, grazie al lavoro della Guardia di Finanza, ci saranno meno rischi e più giocattoli sicuri per i bambini di tutta Italia. Un milione gli articoli sequestati a Roma, 9 milioni i giochi-tarocco ritirati dall'intero mercato italiano per un valore di oltre 50 milioni di euro. Di questi, oltre 4 milioni e seicentomila i pezzi fabbricati senza seguire le elementari norme di sicurezza. Un duro colpo sia per la filiera commerciale illecita, sia per il lavoro nero cinese, specializzato nell'introduzione dei giochi importati nella catena distributiva legale. Un meccanismo gestito principalmente da "imprenditrici" cinesi. Partendo da un controllo contabile di un negozio al dettaglio, la Guardia di Finanza è riuscita a risalire alle aziende importatrici e, successivamente, al maxi sequestro nei principali punti di raccolta prima della vendita al dettaglio.

mercoledì 24 novembre 2010

Mangiare "a scatola chiusa": la denuncia di Greenpeace

I consumatori abituali di tonno in scatola sono avvisati (foto da wikipedia.org). Il monito arriva dalla Spagna e il portavoce del messaggio è Greenpeace: in base ai risultati dei test del DNA sul contenuto del pesce inscatolato, condotto da AZTI Tecnalia, un laboratorio indipendente dall'associazione ambientalista, una confezione di tonno su tre contiene diverse tipologie di tonni non dichiarate sull'etichetta e, nel peggiore dei casi, altre specie marine, come tartarughe, squali balena, altri pesci più o meno commestibili e minacciati nell'ecosistema. Uno studio che dimostra la mancanza sia di una pesca davvero ecostostenibile, sia di un'informazione veritiera per il consumatore. Su circa 165 marchi analizzati di aziende europee, con al vaglio 4 tra i più famosi marchi italiani, risulta che la pratica illegale più diffusa è il mix di tonni rossi del Mediterraneo o pinnegialle del Pacifico con altri di diversa provenienza e, purtroppo, sovrasfruttati. Anche se il processo di lavorazione del tonno in scatola è sottoposto a rigorose indicazioni di igiene e sicurezza, secondo il manuale HACCP, seguendo la denuncia di Greenpeace, qualcosa sembra sfuggire proprio all'inizio della filiera produttiva. La difficoltà sarebbe identificare le diverse specie, dal momento che, una volta catturati, sono congelate in blocco.

lunedì 22 novembre 2010

Oltre a uno stipendio minore, meno tempo libero per le donne

Dai dati di novembre 2010 dell'Istat riferiti allo scorso anno, le donne svolgono in casa il 76% del lavoro domestico, dividendosi fra pulizie, cucina, cure e educazione per i figli. Più di tre quarti delle mansioni totali spettano alle mogli o alle compagne: l'Istat ribadisce il Gender Gap (divario di genere) tra uomo e donna nella suddivisione del carico di lavoro in famiglia, disuguaglianza confermata in qualsiasi zona d'Italia, con un accento al sud. Una giornata, in media fra lavoro retribuito e casalingo, dura 9 ore e 28 minuti per le donne contro le 8 ore e 10 degli uomini. I sintomi dello stress sembrano farsi più evidenti per le prime. A rincarare la dose, anche l'indagine "Rompere il cristallo" condotta a fine ottobre dall'Isfol, l'Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori, che segnala nel nostro Paese la presenza di un forte Gender Pay Gap (divario retributivo di genere). Tra donne e uomini con bassa scolarizzazione, la differenza di salario, calcolato in media oraria, si attesta al 15%, per le persone diplomate si ferma al 10% e, infine, fra donne e uomini con una laurea o altri titoli di studio post laurea, paradossalmente, il gap sale al 13%.

venerdì 19 novembre 2010

Delegare il controllo sul lavoratore. Consentito, in certi casi

Nel caso in cui un datore di lavoro intenda vederci chiaro su una mancanza di beni aziendali o del magazzino, è possibile monitorare sul posto di lavoro i propri dipendenti ingaggiando, ad esempio, personale di un'agenzia investigativa. Agenti che possono operare anche dissimulando il proprio incarico, dal momento che non hanno un potere diretto di vigilanza ma offrono alcuni specifici servizi per le imprese. A stabilirlo, la recente sentenza 23303 della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso di un direttore di supermercato di Messina, licenziato per giusta causa nel 1998. Era stato sorpreso dai "clienti-007" mentre arraffava dagli scaffali merce per l'importo riportato dagli scontrini che aveva riciclato per coprire il furto. Secondo la Cassazione, infatti, gli articolo 2, 3, 4 dello Statuto dei Lavoratori, pur circoscrivendo il raggio d'azione e i mezzi che consentono la difesa degli interessi del datore di lavoro a tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, non sono incompatibili con il suo diritto di verificare la condotta del dipendente in concomitanza a fatti illeciti, reali o presunti, che possono danneggiare l'esistenza stessa dell'azienda. Controlli per uno scopo ben preciso che possono avvenire, indipendentemente, in maniera occulta o dichiarata.

giovedì 18 novembre 2010

Il lavoro nero nega l'assistenza alla famiglia

In occasione della seconda Conferenza Nazionale sulla Famiglia, che si è svolta a metà novembre a Milano, Donneuropee e Federcasalinghe hanno sottolineato l'irrinunciabilità del diritto alla cura e all'assistenza per tutte le famiglie. Secondo le associazioni, lo Stato non può tagliare risorse, al contrario, deve continuare ad impegnarsi nei confronti delle famiglie. Le istituzioni devono garantire sia i fondi, sia l'accessibilità al personale di assistenza, quest'ultimo dotato di una formazione adeguata. Lo Stato deve essere presente per le persone che vivono in condizioni di disagio o che hanno un familiare a carico, disabile o malato. Una riflessione, quella sulla regolarità dei lavoratori nei servizi alla persona e sulla disponibilità delle risorse a sostegno dei nuclei familiari, che ha portato il Presidente di Federcasalinghe a puntare nuovamente il dito contro il problema del lavoro sommerso. Le statistiche dell'Istat parlano di un Italia in balia del lavoro nero, quest'ultimo costituirebbe circa il 17% del Pil, con i suoi 7 miliardi di euro fantasma. Svicolando da imposizioni e tasse, il lavoro sommerso diminuisce il benessere delle famiglie, scaricando su queste l'onere delle cure e dell' assistenza. Un che peso grava moltissimo sul bilancio familiare. E che innesca il circolo vizioso del lavoro nero: le famiglie sono costrette a ricorrere al lavoro irregolare. In due modi: prestandosi ad un secondo lavoro non dichiarato per permettersi le spese o con assunzioni di lavoratori al nero nel settore dei servizi alle persone.

mercoledì 17 novembre 2010

Pesticidi negli alimenti: un rischio sottovalutato in UE

Davanti a una bella tavola imbandita, la maggioranza degli europei preferisce abbandonarsi con spensieratezza al piacere del cibo, consumato con amici e parenti, piuttosto che preoccuparsi della sicurezza alimentare (foto da virgilio.it). Anche questioni come la linea, una dieta bilanciata e le proprietà nutrizionali degli alimenti passano in secondo piano. E' quanto sottolinea un recente sondaggio di Eurobarometro, commissionato dall'Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Per il 63% degli intervistati, l'elemento socializzante e sensoriale sembra avere il sopravvento sulla percezione dei rischi per la salute legati alla possibile presenza di pesticidi, residui chimici, medicinali e ormoni. Una ricerca che dipinge gli europei come consumatori poco attenti, imprudenti e superficiali. Se la freschezza dei cibi, in particolare di frutta e verdura, risulta importante per il 58% del campione, soltanto un intervistato su 10 ha espresso direttamente la propria paura per sostanze inquinanti nascoste. In quest'ultimo caso, il principale spauracchio non è legato alla contaminazione batterica del cibo (23% dei casi) o agli OGM ma all'eventuale presenza di pesticidi nei vegetali (31%), mercurio e diossine (29%) rispettivamente nel pesce e nella carne e di antibiotici. L'Italia, per tradizione, risulta fra i Paesi europei più sensibili e attenti alla salute e alle corrette abitudini a tavola.

martedì 16 novembre 2010

Pendolari: insostenibile lo stress da traffico

Che la sicurezza sulle strade rimanga una problematica collegata all'incolumità di chi si reca a lavorare e, quindi, connessa alla stessa sicurezza nei luoghi di lavoro è fuori questione. Purtroppo, nel corso del 2009, l'Inail ha rilevato un numero maggiore di incidenti in itinere che ha coinvolto lavoratori e lavoratrici pendolari. Dati diffusi a luglio 2010 con una tendenza verso la crescita, ancora da verificare per quest'anno. I responsabili per il settore mobilità di Legambiente, intanto, hanno diffuso in anticipo i risultati di un'indagine più ampia, relativa ai livelli di stress, inquinamento ambientale e acustico nelle principali città italiane. Secondo Legambiente, è soprattutto lo stress provocato dagli spostamenti in auto a creare momenti di microconflittualità per circa il 60% delle persone al volante, specialmente se lavoratori pendolari. Non considerando il tempo per il tragitto da e verso il luogo di lavoro, si calcola circa un'ora persa dai lavoratori bloccati in coda per il traffico. Ecco che scatta l'insulto, accompagnato o meno dal clacson, con l'attaccabrighe di turno e con chi non rispetta le precedenze. Oltre a rimetterci in salute, il nervosismo fa diminuire l'attenzione dei guidatori con un conseguente aumento della probabilità di incidenti. Pericoli imputabili proprio ad uno stato momentaneo di alterazione.

lunedì 15 novembre 2010

Incertezza del lavoro: la famiglia sostiene i giovani?

Aumenta il numero delle famiglie nelle quali tutti i componenti sono senza lavoro rispetto alla totalità dei nuclei familiari italiani: sono un decimo in più rispetto al 2009 (foto da sos-scuola.it). Lo afferma Bankitalia, attraverso una nota sintetica pubblicata sul Sole24ore. Con una news per le imprese e le famiglie italiane: si passa ufficialmente a oltre 2 milioni di disoccupati. I figli rappresentano il 20% della quota di occupati ma la variazione in negativo rispetto ai genitori che hanno perso il lavoro ammonta al 70% contro il 30%. Evidentemente, chi ha un contratto di lavoro stabile è sempre più tutetalo. Fino a quando le famiglie riusciranno a difendere i propri figli dalla crisi del mercato del lavoro? In questo senso i dati della ricerca sono preoccupanti perché nel 2010, si è ridotto del 3% circa il numero delle famiglie con due componenti a lavoro, mentre segna un più 2,2% la percentuale delle famiglie con una persona occupata. Lo studio della Banca d'Italia si è indirizzato anche su vantaggi e svantaggi della protezione dei figli dalle dinamiche occupazionali sfavorevoli. E' una tendenza tipica della società italiana, che da un lato vede la famiglia come un vero e proprio ammortizzatore sociale. Dall'altro lato, secondo Bankitalia, questo modello rallenta ulteriormente il percorso di indipendenza e di partecipazione alla vita economica, sociale e politica dei giovani.

venerdì 12 novembre 2010

Multitasking? Nel lavoro e a casa è prerogativa delle donne

Massimizzare il tempo a disposizione, dividendo la propria attenzione e le capacità cognitive fra due o più compiti diversi (immagine da clipartof.com). Per la maggior parte delle lavoratrici, con una famiglia a carico e le questioni domestiche da gestire, il multitasking è una caratteristica innata e una chance per emergere nel lavoro. Per molte donne, il fatto di essere più abili degli uomini nel portare a termine svariate azioni contemporaneamente, come ad esempio lavorare al computer mentre si conversa al telefono oppure durante la pausa pranzo o uno spostamento sui mezzi urbani, sarebbe una condanna più che un dono. Nello specifico, uno studio della Camera di Commercio di Milano effettuato su duecento imprese lombarde ha stabilito che la giornata di una donna lavoratrice passerebbe da 24 a 27 ore, se non fosse per la capacità del multitasking. Un modello di azione che vede impegnate il 92% delle donne contro l'80% degli uomini intervistati. Se non fosse per l'aumento della flessibilità dell'orario lavorativo (un impresa lombarda ogni tre), servirebbe più di una consulenza sullo stress da lavoro. Infatti, un'azienda su quindici permette anche il lavoro da casa: diventa più semplice occuparsi dei figli e delle faccende di casa senza tralasciare il lavoro.

giovedì 11 novembre 2010

Allergie respiratorie: a scuola più che per strada

L'aria che respirano bambini, ragazzi e insegnanti nelle scuole italiane non è delle migliori, anzi risulta più inquinata di quella presente nelle vicine strade trafficate (immagine da scuolamagazine.it). Dalle ispezioni effettuate dall'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale in 13 diversi edifici scolastici collocati in varie regioni d'Italia, emerge che la presenza di polveri sottili raggiunge gli 80 microgrammi per metro cubo, quando il limite per le aree stradali esterne è fissato a 40 microgrammi. Risultati poco incoraggianti, resi noti a novembre anche da Federasma Onlus e dal Ministero dell'Ambiente. Anche il sondaggio parallelo, condotto su bambini e insegnanti, ha mostrato che il 30% di loro è costretto spesso a rimanere a casa per rinite e asma allergica, quest'ultima fra le allergie professionali più frequenti.
Nell'insieme degli allergeni campionati dall'Ispra è stato rilevato un alto tasso di formaldeide, di circa il 400% in più rispetto a quello presente nell'aria esterna. Oltre alle sostanze volatili inquinanti derivanti da colle, vernici e detergenti, sono state trovate alte percentuali di polline, acari e spore. Con la cattivo ricambio d'aria e con l'aumento delle temperature, le sostanze chimiche tendono a ristagnare. Aumenta così la loro concentrazione.

mercoledì 10 novembre 2010

Troppi decibel sul lavoro. E lo stress sul cuore si fa sentire

Essere esposti a troppi decibel, per almeno otto ore al giorno, induce uno stato di stress psicofisico che, a lungo andare, danneggia gravemente il cuore (immagine da greenreport.it). E' questa la conclusione di uno studio d'oltreoceano, condotto da alcuni ricercatori provenienti da Usa e Canada e diffuso a fine ottobre dalla rivista specializzata British Medical Journal, nell'inserto dedicato alla medicina del lavoro. Indipendentemente dalla fonte rumorosa, che siano suoni provenienti dall'esterno, come il traffico sulle strade, o rumori interni al proprio ambiente di lavoro, come telefoni che squillano costantemente, macchinari in funzione o voci sovrapposte: il risultato a lungo termine più frequente consiste in una patologia a carico dell'apparato cardio-vascolare, come angina pectoris (300% in più rispetto a chi lavora in ambienti insonorizzati), ipertensione e persino infarto. Questo appare dai dati, ricavati dall'analisi di seimila lavoratori americani, con età media di 35-40 anni che si sono sottoposti a controlli medici nel periodo dal 1999 al 2005, nell'ambito del programma "National Health and Nutrition Examination Survey". L'ipersensibilità al rumore si trasforma in stress cronico perché il sistema nervoso libera adrenalina che, nel lungo periodo, provocherebbe un restringimento delle arterie e dei vasi coronarici. L'aumento della pressione e lo sforzo fisico fanno il resto. Per chi lavora, quindi, proteggere l'udito dai rumori intensi e continui rappresenta soltanto la punta di un vero e proprio iceberg.

martedì 9 novembre 2010

Lavoratori sul grande schermo, insieme contro le morti bianche

Ha preso il via a Roma, nella seconda settimana di novembre, la terza edizione della Settimana Internazionale sulla Sicurezza, promossa da Enel, con il contributo organizzativo del comitato tecnico per la Sicurezza di Confindustria, dell' Assessorato al Lavoro del Lazio e la partecipazione dell'Università La Sapienza. L'apertura dell'evento è stata caratterizzata dalla proiezione del film documentario "I casi della vita", presentanto ad agosto al Festival del Cinema di Locarno. Il film, oltre a raccontare la storia dei lavoratori Enel italiani nel Belpaese e all'estero, riporta le testimonianze dei dipendenti che sono stati vittime in prima persona o indirettamente di incidenti sul lavoro. L'imperativo: sensibilizzare tutti i partecipanti all'International Safety Week, perchè di lavoro si può morire ancora. Ridurre il numero, la gravità degli incidenti e le morti bianche, partendo dalla conoscenza del fenomeno. Un esempio d'impegno sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dopo il premio Etica e Impresa 2010, sono poche le aziende italiane che, come il gruppo Enel, si sono dedicate attivamente alla sostenibilità sociale. Secondo gli esperti di Confindustria, le cause principali degli infortuni sono gli appalti al ribasso e una concorrenza sleale, che conducono a tagli sulla salute e la sicurezza di chi lavora.

lunedì 8 novembre 2010

Gli incidenti raddoppiano con i turni di notte

L'Università della British Columbia, in Canada, ha dimostrato che durante le ore di lavoro serali e notturne il tasso di incidenti fra gli operai e i commessi aumenta esponenzialmente rispetto alla stesse mansioni svolte di giorno (foto da risparmiosoldi.it). In particolare, sembra che il rischio di subire un infortunio aumenti di più le lavoratrici che per i colleghi uomini. La notizia è stata riportata in questi giorni dal quotidiano La Stampa, nella sezione dedicata ai temi di salute e benessere. Di sicuro non si tratta di una scoperta rivoluzionaria ma supporta con un approccio scientifico l' idea comune che il lavoro notturno sia certamente meno salubre e più pericoloso di quello diurno, contrariamente alle persone che si ritengono più concentrate e produttive durante le ore di buio. Lo studio canadese ha preso in esame statistiche e serie storiche di oltre 30 mila lavoratori, dati collezionati dalla Statistics Canada Survey of Labour e dalla Income Dynamics. La causa principale è il disturbo del ciclo naturale di riposo e del ritmo sonno-veglia, che induce maggiore stress quotidiano e una successiva sonnolenza improvvisa durante lo svolgimento del lavoro di notte. Sulle donne poi gravano più responsabilità e più impegni famigliari e il tempo di recupero è maggiore per loro. Stanchezza che alimenta gli infortuni sul lavoro.

venerdì 5 novembre 2010

Quando l'offerta di lavoro non incontra la domanda

Una situazione paradossale, quella italiana, che dimostra lo squilibrio esistente fra gli obiettivi di chi cerca lavoro e le esigenze reali delle aziende che lo richiedono. Sono circa 140 mila le piccole-medie imprese nel nostro Paese rimaste a corto di lavoratori specializzati, di artigiani e periti tecnici. Settanta i profili ricercati senza una corrispondenza. Lo svela Confartigianato, con i dati Excelsior-Unioncamere di quest'anno, attraverso una relazione dedicata ai mestieri più ignorati dagli italiani in età lavorativa, specialmente dai più giovani. Aziende (sartorie, falegnamerie, gelaterie, d'installazione impianti, fabbriche tessili) che non vengono prese in considerazione dai candidati. Per evitare di rimanere bloccate per la mancanza di addetti, ricorrono a manodopera estera, non sempre provvista di competenze specifiche e di una formazione sulla sicurezza sul lavoro. Secondo il Ministero del Lavoro, uno dei motivi dietro questo paradosso è la mancanza di cultura verso la formazione professionalizzante e artigianale. Posizione discutibile, visto i tagli prospettati per le scuole ad indirizzo tecnico-scientifico, come gli istituti alberghieri, e la mancanza di laboratori.

giovedì 4 novembre 2010

Sanità: welfare in teoria e in pratica

Da una recente indagine di Assilt-Telecom dal titolo " Rete sociale e sistema della salute nell'Italia delle Regioni: verso un nuovo modello", risulta che per circa l'80% dei partecipanti allo studio la competenza di dottori, del personale medico e paramedico di primo soccorso e pronto intervento sia uno dei punti più saldi del nostro sistema sanitario nazionale rispetto ad altri stati esteri (foto da gazzettadellavoro.com). L'efficienza umana del modello di pronto soccorso subisce, però, un contraccolpo quando nel sondaggio si fa riferimento ai tempi di attesa nelle strutture ospedaliere, specialmente per quelli di diagnosi o analisi - dove la percentuale di soddisfatti si attesta intorno al 40% degli intervistati - e per quelli destinati ai ricoveri nelle strutture pubbliche. Quando si parla di sanità, gli italiani continuano ad intenderla esclusivamente come servizio pubblico, gestito dalle varie regioni. Soltanto un decimo del campione prende in considerazione l'idea di un modello sanitario privato. Il 61% degli intervistati si dice soddisfatta, almeno in teoria, del sistema sanitario. Infatti, secondo il 53% del campione, nella pratica, l'offerta sanitaria in termini di welfare e di risposta ai bisogni sociosanitari di tutti i cittadini risulta poco soddisfacente.

mercoledì 3 novembre 2010

Legambiente e città italiane: uno sguardo all'ecosistema

I principali comuni e capoluoghi di provincia si possono definire, almeno per la maggioranza, eco-sostenibili (foto da twip.org).
La risposta di Legambiente è negativa, soprattutto per le città più popolate. Un dato allarmante. Infatti, secondo la XVII ricerca annuale "Ecosistema urbano" di Legambiente e dell'Istituto di Ricerche Ambiente, pubblicata in collaborazione con il Sole24ore a fine ottobre, sono proprio Roma, Milano, Napoli e Palermo il fanalino di coda della classifica, risultando fra le città più inquinate e meno propense al miglioramento ambientale. Ed è proprio Roma, situata al 75° posto su 130 capoluoghi nella graduatoria finale, a essere il centro urbano con più spreco di corrente elettrica. La capitale scivola anche fra le ultime province a detenere imprese con certificazioni ISO 14001 (1,4 ogni 1000 aziende). Legambiente premia Verbania, al primo posto della classifica finale, seguita da Belluno. Tra i principali indicatori utilizzati per la valutazione ambientale dei capoluoghi: inquinamento dell'aria (percentuali di polveri sottili, ossidi di azoto), utilizzo dei mezzi urbani, produzione e smaltimento dei rifiuti, consumi elettrici per abitante, ricorso a energie rinnovabili, consumi idrici, depurazione delle acque, presenza di aree verdi.

martedì 2 novembre 2010

Consumi: mettere in salvo la filiera dai cibi "tarocchi"

Un presupposto per difendere le tavole degli italiani dai cibi-imitazione è quello di migliorare l'informazione con i consumatori finali sulla provenienza delle materie prime, sulla loro trasformazione in prodotti, mantenendo l'attenzione sulla grande varietà agro-alimentare italiana (foto da greenme.it). La difesa della qualità e della sicurezza alimentare deve avvenire attraverso tutta la filiera produttiva, con controlli severi e normative più rigorose. Questo, infatti, è il messaggio portante, più volte ribadito, nel corso del ciclo di conferenze di fine ottobre tenute in occasione della 65^ Fiera Internazionale del Bovino da latte, evento organizzato da CremonaFiere. Dagli interventi è emerso che il formaggio e i derivati del latte italiano con il marchio DOP rappresentano un caposaldo delle esportazioni ma sono anche tra gli alimenti che vantano più imitazioni sul mercato internazionale. Il 90% dei formaggi venduti negli Stati Uniti è prodotto "tarocco",con un danno di oltre 2 miliardi di dollari. La situazione si ripete, seppure con minore impatto, anche sui mercati europei. Riconoscere il vero prodotto di qualità è un imperativo per difendere la salute dei consumatori e l'occupazione nelle aziende italiane. La battaglia si gioca anche sui futuri riconoscimenti dei prodotti da parte dell'UE, sull'etichettatura sempre più dettagliata e il packaging.