Cerca nel blog

giovedì 29 luglio 2010

Lavoro e sicurezza: un conflitto fra forma e sostanza

Ciascuno di noi ha il diritto di vivere un'esistenza dignitosa e libera. Diritto fondamentale, a livello formale. L'attività lavorativa, nel settore pubblico e privato, è lo strumento che ci permette di raggiungere questo obiettivo-diritto. Tuttavia, la crisi economica, la stagnazione, la disoccupazione stanno mettendo a dura prova l'occupazione, in pratica la base di società democratiche. Ed è questo ciò che accade nella sostanza.
La Costituzione italiana ha sancito l'importanza del lavoro nel suo primo articolo e ha anche esteso la sua portata dall'Art. 35 al 41, dove il concetto di lavoro è affiancato all'idea di tutela della vita, di dignità umana e di sicurezza. "L'iniziativa economica [..] non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana" recita l'Art. 41. Sulla base di questo, dovrebbe essere rivisto l'intero mercato del lavoro, che offre sempre più tipologie di contratti a termine, determinati o di stage. Con la proposta indiscriminata di tali contratti, stanno emergendo situazioni sociali sfavorevoli: lavoro precario, soprattutto per i giovani. Ci si domanda, quindi, se meno lavoro conduca, oltre che a minore dignità, a minore sicurezza sul lavoro. Quest'anno il settore edile, ha visto salire le morti sul lavoro del 15,82%: il dato Istat è stato calcolato sulla base delle ore impiegate, in netta diminuzione (-4% dal 2008, passando da 701 a 597 milioni). Nonostante il diritto alla sicurezza sia stabilito esplicitamente dalla Costituzione, sostanzialmente siamo ancora lontani dall'azzerare le morti, gli incidenti e le malattie lavorative.

Nessun commento:

Posta un commento