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mercoledì 28 luglio 2010

Verso una cultura del lavoro senza stress

Che l'esposizione continuata a situazioni stressanti incida negativamente sullo stato di salute dei lavoratori è un dato di fatto (foto da lavoripubblici.it). Quasi un terzo degli occupati in Italia, secondo l'Inail, si trova nella morsa dello stress da lavoro, ben oltre la media osservata in Europa (22%). Secondo un articolo comparso sul quotidiano on-line la Stampa, basato su una ricerca condotta dall'Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, ridurre lo stress dell'ambiente lavorativo equivale ad estendere i benefici per i dipendenti agli stessi datori di lavoro, in termini di soppressione di costi associati all'assenteismo. La promozione della salute sul lavoro diventa quindi il nuovo imperativo per superiori, capi e dirigenti. L'ente europeo, infatti, sottolinea l'importanza della formazione e dei programmi per i datori di lavoro, soprattutto di quei corsi volti a sensibilizzarli sui segnali di stress che potrebbero affliggere il proprio personale. Limitando i fattori di stress, collaboratori e impiegati riuscirebbero a gestire al meglio le proprie mansioni, con effetti positivi sulla motivazione e sulla produttività. In più, il rendimento economico e il risparmio a lungo termine non riguarderebbe soltanto le aziende impegnate nella lotta contro lo stress ma anche il sistema della sanità e, indirettamente, lo Stato.

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