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lunedì 25 ottobre 2010

Lavoratori a metà, tra part-time e lavoro nero

Da una recente inchiesta svolta dal quotidiano La Stampa e pubblicata nell'inserto di "Tuttolavoro", risulta che dal 2009 il 20% degli italiani svolge una seconda attività oltre alla propria occupazione ufficiale. Un lavoratore ogni cinque si divide tra due lavori: purtroppo, in base all'indagine che ha comparato il numero ufficiale degli occupati con le posizioni di lavoro registrate, dalla differenza risulta che spesso il secondo lavoro è al nero. Se da un lato, per far fronte alla crisi e alla precarietà di lavoro, si ricorre a un secondo lavoro (per esempio part-time), dall'altro il fenomeno del doppio lavoro irregolare sarebbe innescato in generale da motivi fiscali. Si lavorerebbe di nascosto per due ragioni: per evitare di superare una determinata soglia di reddito o per evitare di incorrere in un taglio dell'accumolo di redditi. Tralasciando il discorso dei danni per la colletività e lo Stato, in queste allarmanti dinamiche tra crisi economica e inflazione chi è costretto a lavorare al nero, perde contributi e corre molti rischi per la propria salute e sicurezza per ottenere in cambio un'entrata sicura. Un reddito "nero", non dichiarato, che permette una vita ai limiti della sopravvivenza.

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