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mercoledì 18 agosto 2010

Tragitto casa lavoro. Pericoli dietro l'angolo

Ogni giorno, si percorrono piccole e grandi distanze per poter svolgere la propria attività lavorativa (foto da focus.it). Dirigersi al lavoro, con la propria auto, se mancano i collegamenti, o prendendo i mezzi pubblici (inter)urbani, è un'azione strumentale al lavoro stesso che potrebbe mettere a rischio l'incolumità del lavoratore. Gli spostamenti espongono chi lavora a fattori che restano fuori dal proprio controllo e sono una fonte di stress nell'ambito lavorativo.
Rimane un tema piuttosto controverso quello dei risarcimenti per gli incidenti avvenuti nel percorso di andata e ritorno dal lavoro. Tre i motivi di discussione: la convenienza e l'abitudine dell'itinerario percorso, il nesso giornata/orario di lavoro con il tragitto effettuato, la reale necessità di utilizzare il mezzo privato. A fine luglio, ha fatto discutere una sentenza della Corte di Cassazione, che si è opposta alla richiesta di indennizzo avanzata da un lavoratore che era rimasto vittima di un incidente in motorino per andare al lavoro. Ricorrere al proprio veicolo, quando il luogo di lavoro è collegato, facendo prevalere gli interessi familiari, per esempio ridurre i tempi del tragitto per arrivare o tornare in tempo, va contro i criteri per il riconoscimento dell'infortunio "in itinere". Consola il fatto che, nel 2009, secondo l'Inail, gli infortuni sulla strada verso/dal lavoro si sono ridotti del -6% rispetto all'anno precedente, lo stesso si è verificato per i casi mortali, in discesa del 2,7% .

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