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martedì 24 agosto 2010

In ufficio, senza afa né sprechi

Sarà colpa del riscaldamento globale e di stagioni estreme, o di edifici mal progettati, fatto sta che è sempre più difficile rinunciare al climatizzatore negli uffici (foto da guidaconsumatore.com). I ventilatori non bastano, serve qualcosa con una marcia in più per rendere il microclima delle aziende e di uffici pubblici vivibile e salubre. Climatizzatori che eliminano l'umidità, abbassano la temperatura e distruggono polveri, allergeni, batteri, virus e spore. Croce e delizia. Infatti, chi crede che impiegati e colletti blu siano fra le categorie di lavoratori più fortunati è quasi fuori strada. L'utilizzo costante e scriteriato di questi impianti, oltre ad avere un enorme impatto energetico, sia in termini di costi sia di danni ambientali, influisce negativamente sul benessere termico delle persone che risiedono, per un terzo della giornata, in locali chiusi. Per evitare il rischio microclimatico, come raffreddori, cefalee, polmoniti, bronchiti, stress e shock termici, dolori articolari e problemi digestivi, è importante tenere presente degli accorgimenti. Primo, utilizzare il climatizzatore se l'esigenza è reale. L'escursione termica fra ufficio ed esterno non deve superare i 7 gradi, non bisogna passare in fretta dal caldo torrido al fresco secco, si deve evitare di deumidificare eccessivamente l'aria (sotto il 50%) e di esporsi direttamente alle sorgenti di aria fredda.

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