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giovedì 26 agosto 2010

Assenze in calo al lavoro. Merito dei non fumatori

La lotta contro il tabacco e il fumo passivo nei luoghi di lavoro ha dato i suoi frutti (immagine da medicinalive.com). A documentare scientificamente i benefici connessi al divieto imposto dalla legge, due professori dell'Università Cattolica e dell'Ateneo di Bergamo. In esame il periodo 2000-2006. Italia, Svezia e Irlanda sono state messe a confronto con altri Paesi europei, dove la normativa contro il fumo sul lavoro e nei luoghi pubblici è meno rigida (come Spagna e Grecia). Con il taglio dell'abitudine al fumo, si sono osservati meno fumatori, meno fumo passivo e quindi minori rischi polmonari e cardiaci, con un calo delle assenze per malattie correlate al fumo (-4% in Italia dal 2002, -2,5% la media europea). Secondo i dati dello studio, presentati a Milano durante il congresso internazionale di fine luglio "implicazioni socio-economiche della salute e della sicurezza sul lavoro", è proprio il divieto categorico che ha influito positivamente sul fronte della produttività e della riduzione delle malattie. Per effetto delle leggi restrittive, paradossalmente, tra i lavoratori che fumano è aumentata del 5% l'esposizione allo stress da lavoro. Un falso problema, visti i maggiori danni provocati dalle sigarette rispetto allo stress.

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