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martedì 10 agosto 2010

Mobbing sul lavoro: a repentaglio la salute psicofisica

Il termine inglese "mobbing" sembra riferirsi a un fenomeno recente: purtroppo, è un problema grave, da sempre esistito nelle aziende, private e pubbliche. Il mobbing minaccia e danneggia effettivamente l'integrità psicofisica del lavoratore, sopprimendo i suoi diritti costituzionali. La Cassazione lo ha definito come una serie di comportamenti ostili, messi in atto da colleghi o superiori sul posto di lavoro. Vessazioni e minacce, più o meno evidenti, che si protraggono nel tempo a spese del dipendente preso di mira. Quest'ultimo subisce l'allontanamento e perfino l'esclusione dall'attività. Direttamente licenziato dal superiore perchè non produttivo, oppure, indirettamente, ormai vittima di depressione e disturbi traumatici, sceglie di licenziarsi per evitare le continue pressioni psicologiche. E' di qualche giorno fa la notizia di un' azienda sanitaria in Trentino che ha deciso di ricorrere a uno psicologo esterno per combattere il fenomeno. In Italia non esiste ancora una legge sistematica contro il mobbing, nonostante i casi registrati superino il milione. Un primo passo per uscire dal tunnel è quello di rivolgersi al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza - RLS, e successivamente ai sindacati esterni. La figura del RLS è essenziale per aprire un confronto tra l'azienda e i soggetti coinvolti. Perchè se la salute del singolo è messa a repentaglio, anche la sicurezza stessa dell'azienda e degli altri dipendenti è a rischio.

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